STEFANO GENTILE: “STIAMO COSTRUENDO UN PUZZLE. FORTE SENSO DI APPARTENENZA PER QUESTA MAGLIA, I NOSTRI TIFOSI SONO RARI”
Stefano Gentile è stato ospite su Radio Bologna Uno. Ecco le parole del playmaker bianconero durante il programma “BLACK AND WHITE”
Vittoria con Reggio dal duplice significato, una risposta dopo Avellino e l’accesso alle Final Eight: “Vittoria importantissima, sudata, all’inizio non siamo partiti bene, è vero, complice anche il buon inizio di Reggio Emilia, che soprattuto con Markoishvili ci ha messo in difficoltà. Poi siamo usciti alla distanza, con carattere ed è stato importante portarla a casa, sia per il nostro processo di crescita sia per l’accesso alla Coppa Italia. Ad Avellino loro avevano carica e motivazione più di noi, nello sport capita, non dovrebbe essere così ma capita. Loro attualmente sono i più forti nel campionato. Ci hanno preso a pallate i primi dieci minuti e poi non ci siamo più ripresi.”
A che punto è questa squadra? “Siamo un grande puzzle. L’anno scorso, quando sono arrivato io, il puzzle era già fatto e io ero l’ultimo pezzo. Quest’anno stiamo costruendo delle gerarchie: quest’anno siamo tanti pezzi di un puzzle ancora da formare, alcune volte riusciamo a mettere insieme bene i pezzi, qualche volta un po’ meno. Personalmente non mi sono mai detto che manca qualcosa a questa squadra. Non siamo mai andati sotto a livello individuale e di squadra, tranne Avellino: con tutti siamo stati allo stesso livello. In questo campionato chiunque può battere chiunque, tutto può succedere e domenica per domenica non c’è mai un avversario da sottovalutare. Avellino è stata l’unica partita dove veramente abbiamo subito e non abbiamo avuto la forza di reagire. C’è un forte equilibrio in questo campionato e non dipende solo da noi.”
Una Virtus che si adatta all’avversario, può essere negativo o positivo? “La differenza la facciamo quando riusciamo ad imporre il nostro gioco. Dobbiamo cercare di essere noi ad imporre, nei momenti della partita in cui lo facciamo riusciamo sempre a fare break positivi, questa è la base. Fatichiamo contro la zona? È una questione emotiva secondo me, nel passaggio dal voler trovare soluzioni personali al trovare soluzioni di squadra. Adesso siamo a buon punto in questo senso. A seconda dell’avversario, riusciamo anche ad alternare assetti tattici: alcune partite avevamo bisogno di più velocità e dinamicità e abbiamo giocato molto con tre piccoli, in altre avevamo più bisogno di stazza e abbiamo giocato con Kenny e Marcus, dipende dalla dinamica della gara.”
È cambiato qualcosa in coach Ramagli quest’anno? “L’ho conosciuto meglio quest’anno perché ho avuto modo di avere più giorni di allenamento e di rapporto con lui, rispetto allo scorso anno quando, durante i playoff, giochi ogni due giorni e hai meno un rapporto diretto in allenamento. Ovviamente in questa stagione io e gli altri lo stiamo conoscendo sicuramente meglio. Questa è la differenza.”
Stefano Gentile ritornerà in Nazionale? “Cerchiamo innanzitutto di fare una stagione completa, poi per me sarà intanto un ritorno in Coppa Italia. La Nazionale è un pensiero, non è per adesso un obiettivo. Parlando con mio fratello e con Pietro, la Nazionale è ripartita, con nuovo allenatore e molte novità quindi normale che ci siano molti punti di domanda ma sicuramente ci saranno cose positive all’orizzonte.”
Che effetto fa un pubblico come quello di sabato sera? “Direi una frase comune se dicessi che sono il nostro sesto uomo. Io ho giocato per tante squadra che avevano grande tradizione, Caserta, Cantù, la stessa Reggio dove c’era grandissima passione. Nel tifoso medio Virtus, invece, c’è una tradizione che è rara: hanno passato dei periodi difficili e si nota la voglia di rivalsa del pubblico, questo ci viene trasmesso e questo spirito cerchiamo di metterlo in campo anche noi. In questo momento ho un forte senso di appartenenza alla Virtus: quando non riesco ad ottenere un risultato positivo ne risento per me e per aver in parte deluso i tifosi. Delle città dove succede questo, in Europa, ce ne sono poche.”