Virtus, tramontata la pista israeliana. Il futuro è in mano a Gherardi
Un articolo di Daniele Labanti sul Corriere di Bologna ripercorre la visita a Bologna della delegazione israeliana a fine giugno, il 27. C'erano Pierfilippo Capello, di Deloitte, il procuratore Toto Ricciotti e l'ex GM dell'Hapoel Guy Harel, gli uomini di fiducia di Ori Allon. Per la Virtus erano presenti Luca Baraldi, Paolo Ronci, Miro De Giuli, Elena Cerioli e il commercialista Nicola Gualandi. C'è statata anche una visita in Fiera, per vedere dove sorgerà la nuova Arena. La vista si è conclusa positivamente e sembrava che l'affare si potesse fare. Massimo Zanetti, intanto, era informato di tutto. Ma nell'assemblea straordinaria del giorno dopo - il 28 - Carlo Gherardi - salito al 45% - avrebbe chiarito di non voler restare in minoranza con soci che non conosce, e contemporaneamente di non voler cedere le sue quote. Da qui l'irritazione per la fuga di notizie e la secca smentita della società. Secondo il Corriere, a questo punto la pista israeliana è da considerarsi ormai tramontata. La proprietà è attiva nel trovare di nuovi soci, e da tempo di parla di FAAC e Pelliconi. Zanetti aveva garantito 13 milioni l'anno fino al 2026, in un “patto d'acciaio” con Gherardi, ma già quest'estate - vista la frenata di Segafredo, che dopo lunga trattativa ne ha messi solo 6 - è stata necessaria una ricerca tra gli sponsor, e l'ingresso del partner Infront. Per stabilizzare la situazione della Virtus, ora il pallino è in mano a CRIBIS. Novità societarie - secondo Stadio - potrebbero arrivare tra fine settembe e inizio ottobre. E tutte le possibilità vedono Carlo Gherardi come protagonista annunciato.