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Entro il 30 giugno gli azionisti Virtus dovranno completare l'aumento di capitale di 3.1 milioni recentemente deliberato dall'assemblea dei soci. Se entrambi verseranno pro quota, la situazione resterà la stessa di adesso, ovvero Zanetti al 55% e Gherardi al 45%. Se così non sarà, invece, le proporzioni (e quindi la governance) potrebbero cambiare. Un lungo articolo di Daniele Labanti sul Corriere di Bologna riassume la situazione. E se le intenzioni di Zanetti paiono chiare, andare avanti contro vento, contro i risultati, contro tutti, meno chiare sono - e non certo da oggi - le intenzioni di Gherardi. Il numero uno di CRIF ha recentemente rilevato un debito di 1.9 milioni della Virtus verso Bolognafiere, con la società che ha creato un prestito obbligazionario in suo favore. Ma Gherardi ha avuto più volte l'occasione di prendere la maggioranza, e non ha mai voluto farlo, pur versando una notevole quantità di denaro nelle casse bianconere. Secondo il Corriere, l'impressione è che sia schierato in difesa, temporeggiando per capire quale possa essere la soluzione meno costosa. Se l'equilibrio delle quote non dovesse cambiare, l'ipotesi auspicata dal Corriere è che comunque Gherardi inizi a intervenire nel processo decisionale, portando Maurizio Gherardini, suo amico d'infanzia e del quale si parla da tempo. Con lui potrebbero arrivare Nicola Alberani e Andrea Trinchieri. Perchè ciò possa avvenire, però, deve esserci il placet del socio di maggioranza, ovvero Massimo Zanetti.

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Andrea Costa vince il derby con la Virtus Imola: 100-85