BASKET CITY AL MARE
Waimer non capiva. Sarà che era retrogrado, sarà che capiva solo il vocabolario della spiaggia e della gnocca, ma non capiva. Un tempo erano normali temporali e giornate di brutto tempo, ora si parlava di bombe d’acqua e di summer storm, la gente si spaventava, si creava la psicosi dell’apocalisse, dell’Armageddon, e non andava al mare. Quando invece un tempo era bello anche stare in riva a vedere i nuvoloni e sentire la pioggia che batteva sulla sabbia. Pieni gli alberghi a Tunisi per le vacanze estive a volta una bomba d’acqua non ci faceva uscire: no, nemmeno Battiato sarebbe stato d’accordo. E non capiva nemmeno, il nostro Waimer, cosa stesse capitando ai due tifosi, perché ogni giorno che passava li vedeva più loffi, disinteressati, e quasi più attenti ai voli imprevedibili e discese velocissime dei palloni nel box della pallavolo, o addirittura – sacrilegio! – alle fidanzate di Balotelli. La fine di Basket City?
Bavvy - Allora, siamo al 20 giugno, più o meno? E fino ad ora cosa è successo? Niente, o quasi. Torneremo al Paladozza, che è qualcosa con pro e contro. Per il resto non sappiamo nulla, anche se forse dovrei andare a cercare nell’archivio delle mie dichiarazioni per capire, in questo stesso periodo degli anni scorsi, quanto ci fosse invece di concretizzato. Sai cosa, però? L’impressione che ho è che non ci siano particolari obiettivi o aspirazioni, che ci si limiti a vivacchiare, quasi che dovessimo essere felici nel solo sapere che il prossimo anno ci sarà una Virtus, punto e basta. Insomma, è quello che dobbiamo aspettarci? Una serie di scommesse che come sempre verranno fatte saltare alla prima sconfitta? Poi sono anche contento dell’Under 17, ma quanti giocatori da serie A abbiamo costruito negli ultimi anni, a parte i nostri?
Piccy - Vuoi che te li elenchi? Riccardo Moraschini, 368 minuti giocati quest’anno in una squadra che si è classificata meglio della Virtus. Michele Vitali, 688 minuti giocati quest’anno in una squadra che si è classificata meglio della Virtus. Claudio Tommasini, 351 minuti giocati quest’anno in una squadra che si è classificata meglio della Virtus. Sono i primi che mi vengono in mente, magari a studiare potrei tirare su anche altro… E’ che secondo me in questi ultimi anni il settore giovanile è stato visto più come un modo per far soldi o per coprire altrui magagne, non c’è mai stato un vero progetto per inserire piano piano dei ragazzi in prima squadra. Questi, quando sono andati in campo, lo hanno fatto solo per far gasare qualcuno che ha delirato di Virtus come il Borussia Dortmund dimenticando che il Borussia con i cinni quasi vince una Champions League, la Virtus con i cinni quasi retrocede. O per i premi sui minutaggi… Ti sembra roba credibile?
Bavvy - Ecco, appunto per questo che vorrei capire cosa vogliamo fare di tutti questi giocatori. Poi chiaro, a volte penso sarebbe meglio avere una under 19 di nove broccacci e un fenomeno, che non di dieci discreti giocatori che vincono scudettini ma non diventano credibili per la A. Però è anche vero che quelli che ora in A ci giocano li abbiamo scaricati… Insomma, boh.
Piccy - Almeno tu qualche certezza ce l’hai. Io cosa devo dire? Prima ci dicono che c’è una cordata, poi che non c’è nessuna cordata, ora che c’è di nuovo una cordata ma che è vicina all’attuale proprietà. Sursum cordata, intanto le altre squadre si fanno già, ci sono allenatori, e noi zero, riga. E sarà l’ennesima estate di passione. Che poi uno si stanca anche, di sentire sempre ‘sti richiami alla passione, al cuore, che diventa poi solo una atroce strumentalizzazione per farsi pubblicità. Nessuno proprio che abbia voglia di fare qualcosa concreto che non vivacchiare, facendo la Fortitudo perché sei tale, ma dimenticando che non possiamo limitarci a galleggiare assieme alle altre società bolognesi minori? Non dico l’Eurolega, ma la Effe di Gambini era davvero così inimitabile?
Waimer si annoiava, e aveva l’impressione che anche i due tifosi non sapessero più di cosa parlare. C’era stata la faccenda Belinelli che un po’ li aveva divisi, e lui non capiva proprio il perché. Ma niente altro. Poi lui era solo un bagnino, se lo ripeteva sempre, e non doveva intromettersi. Anche se ogni anno gli sembrava che nelle teste dei tifosi ci fosse sempre più polvere.