Enzo Tortora (citato poi, chissà se consapevolmente, anche dalla Fossa il giorno del ritorno in campo della Fortitudo, autunno 2013) avrebbe detto Dunque, dove eravamo rimasti?. Proviamo a riassumere. Eravamo rimasti al 2-3 di Trieste, al saluto in semifinale, e ad un mercato che ha stravolto e non poco la Effe che era stata. Se non altro come filosofia strutturale: niente più giovincelli o talenti su cui puntare, ma – Gazzoni docet – usato sicuro. Sui saluti a Candi e Montano ci sono state varie polemiche social, come ora va di moda: evitiamo (peraltro, si poteva continuare a tenere un ipotetico talento come Candi un terzo anno di fila senza fargli provare lo step successivo? E si poteva continuare a tenere Montano in un ambiente che, lungi dal giudicare, non era il migliore?), e pensiamo solo che questa nuova Fortitudo, al netto degli infortuni – ritornello recente – dovrebbe essere diversa, tanto diversa. Per un motivo molto semplice: dai giovani ci si aspetta che siano a maggio migliori che non ottobre, dai meno giovani si spera, ecco, che a maggio non siano deteriorati tanto, rispetto a ottobre. Specie considerando un gruppo che, ancora di più con l’arrivo di Bryan, non è fatto esattamente di giovincelli. E che, comunque, evitino di partire con l’handicap, cosa che ha costretto la Fortitudo a giocare due volte i playoff di rincorsa: Bologna, infatti, non ha ancora giocato una serie con il vantaggio del fattore campo, dal ritorno in A2.

Squadra nuova, che il precampionato ha tenuto – più per forza che non per amore – ben occultata. E, dato che è meglio commentare le lasagne dopo averle assaggiate piuttosto che limitandosi alla lettura degli ingredienti, aspettiamo un po’ prima di vaticinare giudizi. Meglio? Peggio? Non è ancora il momento. Sicuramente, le aspettative sono tante, con la mancanza della Virtus che dovrebbe togliere da un lato pressioni della sfida diretta giornaliera, dall’altro porterà all’inevitabile ricordo che loro ci sono riusciti, noi galleggiamo. Aspettative anche verso Matteo Boniciolli, soggetto che non è mai banale, e che non può non essere un elemento di discussione continua. D’altronde, se i record di contatti del nostro sito coincidono con faccende o dichiarazioni che lo riguardano, un motivo ci sarà. Di certo, cambiate tante cose – ora non si potrà più dire “vogliamo andare in A1 con questo gruppo” – è ovvio che anche da lui ci si aspetti qualcosa. Pur sapendo che i risultati sono figli di casualità eccetera, ma non se ne può sempre prescindere, a maggior ragione visto il roster lunghissimo (undici senior, uno a rotazione andrà in tribuna in modalità Marchetti passata stagione) che è stato messo in campo.

Si riparte, e quindi Udine. Da dove si era interrotta la regular season passata, con una sconfitta che fece presagire come, quella Fortitudo, di tramonti a Nord Est ne avrebbe visti tanti, e di albe poche. Squadra che vuole ripartire con lo slancio del finale scorso, confermando coach Lino Lardo e l’esterno estone Rain Veideman, motore delle ultime giornate della passata stagione. Curiosità per l’altro americano Kyndall Dikes, guardia dalla Romania, mentre in area ci saranno italiani, almeno di passaporto: Francesco Pellegrino, Andrea Benevelli, l’oriundo Chris Mortellaro e il 2000 Diop, tutto da studiare. Bologna aspetterà l’ultimo momento per capire chi potrà recuperare (a parte Fultz e lo squalificato Amici), anche Udine ha qualche acciacco in Ferrari e Nobile.

Si gioca domani ore 21, per ora confermato solo lo streaming LNP TV Pass, probabili annunci di dirette televisive (TRC) a breve.

DA LUNEDI' RICOMINCIA "FOSSA ON THE RADIO"
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91