(Foto Fabio Pozzati/ Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)
(Foto Fabio Pozzati/ Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)

Matteo Boniciolli è stato ospite di “Te lo do io il derby” su Nettuno Bologna Uno.

Un ricordo della vittoria in Eurochallenge? “In onestà, era la Virtus di Claudio Sabatini. Lui ci metteva la spinta, c'era il pubblico, e avrò sempre il rimpianto della sconfitta casalinga con Treviso che ci obbligò a giocare i playoff, sempre contro di loro, ma senza fattore campo. Ho avuto la fortuna di lavorare in quella organizzazione, continuo a sentire Langford che quando può mi ringrazia pubblicamente, e quel giorno ci fu la possibilità di condividere con il pubblico una grande gioia”

Di derby ne hai vissuti tanti. Quale ricordi con maggiore emozione? “Avere il privilegio di giocare il derby di Bologna è un momento indimenticabile, per un allenatore. Tutti i ricordi sono importanti: penso alla stoppata di Mancinelli in A2, o le 9000 al palasport contro Ramagli. Io ricordo nel 2002 il derby dopo quello del ‘pareggio’: la Virtus ci spazzò via, noi non eravamo in grandi condizioni, ma c'è un qualcosa che mi è rimasto. Perdemmo male, e dalla curva Virtus come era giusto che fosse si alzarono una serie di carte da gioco e la mia faccia dentro quella del pagliaccio. Ettore Messina, che poteva tranquillamente far finta di non vedere, si girò verso la curva e chiese di toglierlo: vincere è facile, vincere con stile no, e lì Ettore dimostrò tutta la sua grandezza”

Ci fu il derby del ‘pareggio', prima, e la tua frase su Griffith. “C'era tanta adrenalina, in un contesto di grandi investimenti e giocatori straordinari. Loro erano senza Griffith, ma ne avevano tanti altri… Daniele Fornaciari, persona di grande intelligenza e ironia, quando allenavo la Virtus prima del derby la Fortitudo lamentava infortunati e lui fece uno sketch, alla Porelli, arrivando tutto incerottato. E' quello che mi piace di Bologna, la capacità di ridere e avere sempre la massima ironia”

Domenica affronti la Fortitudo. Da avversario, come ci torni? “Veniamo da un momento pessimo. Non potendo competere con le prime 10 come budget, allora abbiamo puntato su giocatori che stanno vivendo per la prima volta una esperienza importante, come ad esempio Schina che è passato da cambio a titolare. Abbiamo avuto un calendario assurdo, e in una città dal passato come questo - e una gara indecorosa come quella con Forlì - la cosa non è stata presa bene. Da me in primis, e poi dalla società. Abbiamo perso l'identità battagliera, mentre la Fortitudo pur perdendo ha sempre combattuto e lottato. Non mi sembra una squadra in difficoltà, ma una che ha perso contro uno dei migliori giovani allenatori come è Rossi. Sono arrivato a Torino dopo i playoff di Ciani, e Cagnardi è arrivato dopo la grande stagione di Caja, questo non è mai facile: quando arrivi secondo spesso vieni deriso, ma vieni deriso da chi è arrivato ancora più indietro"

I derby di oggi dovrebbero essere visti con meno drammaticità rispetto al passato. “Ci sono tragedie vere, al di fuori. Lo sport viene esasperato, tifosi dell'Inter si sparano tra di loro. E se anche lo sport deve diventare una tragedia, non ne vale più la pena. Va bene la gioia, va bene l'incazzatura, ma non si deve andare oltre. Gianluca Vialli scrisse che in Inghilterra vincere è una gioia, mentre in Italia vincere è un sollievo. Ecco, se devi vivere la vittoria solo come modo per stare tranquillo, non è giusto ed è intollerabile”

La Virtus giocherà contro il Maccabi. “Il Maccabi è qualcosa di diverso, ricordo quando ci andai allenando Roma che nei timeout non si sentiva davvero nulla, o a Bologna quando prima della partita c'erano gli agenti del Mossad a girare attorno al Palasport. E mi chiedo, in giorni di tragedie vere, cosa possa succedere adesso. E che senso abbia giocare un campionato sportivo in un paese in guerra: puoi partecipare ad un evento sportivo mentre ti arriva un razzo in testa, o sei tu che lo mandi ad altri”

E' rimasto nella storia il tuo timeout ‘siamo una squadra di stronzi’. “Io sono sempre stato un grande appassionato di Giorgio Gaber, che ha sempre detto che se ti cade un quadro su un piede non dici perdindirindina. E noi stavamo dissipando un vantaggio di 20… A quel tempo i miei figli mi chiamarono due volte perchè ero finito a ‘Striscia la notizia’, e non è che fosse uno dei miei sogni…”

Qualcuno a Bologna non ha di te un buon ricordo, però hai comunicato delle emozioni. “Mi hanno augurato anche di morire quando stavo male…”

Un ricordo su Porcellino Rosa? “Non c'è niente di più vile che insultare la gente sui social, nascondendosi dietro dei nick name. E' roba da pavidi e ignoranti, è qualcosa che succede a me come ad altri: vigliaccheria”

Perchè l'Italia non è più in grado di essere competitiva a livello di competizioni europee di club? “L'Italia non è un paese per giovani. C'è miopia, troppi governi che si alternano per pochi mesi e che fanno solo promesse. E nello sport è la stessa cosa: la Germania dopo un disastro ai mondiali di calcio riducono gli stranieri, altrove si possono fare progetti sul lungo periodo, in Italia no. Investire sui giovani pare pericoloso, lo facciamo noi e lo fa Pillastrini a Cividale, ma si vuole sempre tutto subito. Si vuole vincere, ma anche farlo bene perchè poi la gente e certi giornalisti storcono il naso”

Cosa ti aspetti dal pubblico del Paladozza? “Se qualcuno mi sorriderà sarò contento, ma non mi aspetto niente”

 

 

 

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