Federica Nannucci è stata ospite a Webasket.
Le parole della dirigente della Virtus Femminile.

Indossare la maglia Virtus, anche per la femminile, ha un peso difficile da gestire?

Parlare di pesantezza di questa maglia è un termine che non mi piace. Sicuramente è una maglia che responsabilizza, ma allo stesso tempo inorgoglisce. Credo che una giocatrice donna lo possa aver sognato per molto tempo, sia per la Virtus, sia per la maglia di qualche altra realtà importante. Responsabilizza ed è giusto provare sensazioni del genere per la maglia che porta e siano anche le sensazioni più belle da provare per chi fa questo come lavoro.



Anche nel passaggio da Basket Progresso Matteiplast a Virtus Segafredo, molti si riconoscono e continuano a vedere il vostro identikit: quello di gioco di squadra, attaccamento e superare ogni barriera per arrivare al risultato, tu cosa ne pensi?
In una città come Bologna è difficile poter vedere persone che vadano a vedere la Virtus, se tifosi fortitudini. Però è vero, questo ce lo si è portato dietro con una realtà già esistente. Il discorso Virtus è un passo importante per tutto il panorama cestistico italiano femminile. Spero che possa portare tante persone ad aprire gli occhi su questa realtà. Avendo un filo logico con la realtà che siamo portate dietro, cerchiamo di portare avanti i valori fondamentali in qualsiasi squadra, presentati nella domanda. Cerchiamo anche di portare giocatrici e persone nuove in questo mondo, per portarle sui campi la domenica.

La Virtus femminile sembra mancare gli impegni chiave nelle gare più alla portata. Pensi ci sia un aspetto mentale o un qualcos'altro da dover migliorare nella squadra?
Con le squadre di livello superiore abbiamo espresso la nostra miglior pallacanestro. Purtroppo nelle partite “secche” o con le nostre dirette interessate, bisogna fare un analisi sul momento, o su come siamo arrivate a quelle determinate partite. Non lo definirei un problema più che altro mentale, perché nelle prime la squadra era in una fase di costruzione, partendo sì da un nucleo importante, ma dove la maggior parte non aveva giocato l'A1 e avevamo bisogno di capire come stare in questo campionato. In più abbiamo inserito delle giocatrici totalmente nuove per il campionato italiano. Le ultime posso dire che qualche errore da parte nostra ci sia stato, prendendo in esame la specifica di ieri, posso dire che arriviamo da un momento sfortunato, in cui la nostra playmaker titolare, nel processo di sviluppo appena citato, si stava prendendo il suo ruolo in tutto e per tutto, abbiamo avuto appunto l'infortunio di Rae D'Alie, fuori ormai da 3 settimane. In più ieri al secondo quarto si è infortunata anche Milica Micovic, quindi bisogna esaminare anche tutte le componenti che hanno portato alla vittoria o alla sconfitta.

Come sta Milica Micovic e come sta Rae D'Alie? Ci può essere la possibilità di averle in campo già nella partita di domenica contro San Martino di Lupari al Paladozza?
Colgo l'occasione per fare i complimenti a Costa, dove abbiamo trovato un campo caldo con una bella cornice di pubblico e una bella cornice per l'intero panorama femminile. Micovic è stata all'Isokinetic. Non voglio sbilanciarmi sul suo infortunio, comunque nulla di grave, però ci vuole ancora qualche giorno per capire le sue condizioni. Per D'Alie, la stiamo monitorando costantemente, ma secondo me sarà difficile averla in campo in campo il prossimo weekend. L'infortunio di Milica Micovic è al collo del piede, non sembrano interessati i legamenti. Ha effettuato la prima visita con la nostra Dott.ssa Rocchi e il Dott. Nanni, domani e dopodomani ne sapremo di più anche noi.

Come stai vivendo il passaggio dal campo alla scrivania?
Devo dire che era veramente più facile giocare, da un milione di punti di vista. Giocando tutto quello che ti può succedere in settimana, di positivo o negativo, puoi buttarlo in campo, sfogarti e anche nei momenti difficili della partita, cercare di risolverla tu. Da fuori è molto più difficile, perché le sensazioni quando uno è coinvolto sono veramente forti ed è un discorso di grande fiducia. Per quello che è la squadra quest'anno sono molto contenta, perché io ho fiducia estrema nelle ragazze, quindi posso vivermela. Se uno non avesse fiducia nelle persone che scendono in campo per te, faresti fatica ad andare avanti. Nonostante le difficoltà che stiamo vivendo, non ho mai smesso di avere fiducia in questo gruppo ed è la cosa che mi fa tornare col sorriso agli allenamenti delle ragazze, con l'entusiasmo, perché credo ciecamente in queste ragazze e credo nel loro lavoro. Quindi è più difficile, ma è un'esperienza che mi sta dando moltissimo.

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