Il capitano della Fortitudo Stefano Mancinelli è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

State pensando al record della Yoga 87-88? Non ci stiamo pensando e non ci interessa molto. H nostro obiettivo era andare in Serie A e ci siamo riusciti.

Sono tornato alla Fortitudo perché all'inizio della carriera questa era stata la mia seconda casa e la mia seconda famiglia. Dopo l'esperienza a Milano, ho sempre desiderato rivestire questa maglia. Vorrei continuare a rimanere qui. Ho un contratto, ho un ottimo rapporto con tutti, a cominciare da Christian, che ringrazio perché ha fatto tanto ed è stato uno dei primi a rivolermi in Fortitudo. Sarebbe un onore finire la mia carriera con questa maglia. Un futuro dirigenziale? Non ci penso. Mi sento ancora un giocatore. Ora penso a giocare.

Il presidente Pavani l'ha definita il Totti della Fortitudo. Per me è un grande onore, anche se calcisticamente tifo per il Bologna. Il paragone può starci per quanto sono assolutamente attaccato alla maglia biancoblù, così come Totti era legato a quella giallorossa. Ma lui è stato un campione a livello mondiale. Un'altra cosa rispetto a me.

In serie A tornerà il derby. Sono due anni che non lo giochiamo, anche se le ultime due volte è stato in A2. Sono molto carico. Ha ragione Recalcati quando dice che non bisogna correre dietro alla Virtus, anche se poi il derby è una partita a sé: non conta chi ha il budget più alto, ma chi ha più attributi.

Quali sono i prossimi sogni per la Fortitudo? Lo scudetto o la partecipazione a una coppa? Quelle sono cose difficili. Prima bisognerà consolidarsi in A per tanti anni. Poi non si sa mai: pensiamo a Trento che con un budget inferiore alle prime quattro squadre del campionato è riuscito a raggiungere la finale scudetto. Oggi il mio sogno è che la Fortitudo rimanga sempre nella massima serie.

(Foto Giulia Pesino)

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