NDOJA: I TIFOSI STANNO DIMOSTRANDO QUANTO CI TENGONO ALLA VIRTUS, NOI VOGLIAMO RICAMBIARE IL LORO AFFETTO
Klaudio Ndoja è stato intervistato da Paolo Di Domizio per Tris di Jack, andata in onda su Radio Bologna Uno. Ecco le parole dell'ala bianconera.
Si riparte con la nuova stagione, quali sono le prime sensazioni? "Sensazioni positive per il momento, anche se abbiamo fatto ancora poco, ovviamente, in campo; tanta atletica, tanto lavoro fisico. Stiamo cercando di riproporre lo stesso spirito di gruppo dell'anno scorso e per il momento questa è la cosa che stiamo facendo di più."
Durante l'estate non ci sono mai stati dubbi sulla tua permanenza in Virtus: "La mia intenzione era quella di rimanere, stare ancora qui, fare bene e cercare di aiutare questa società che mi ha dato tanto lo scorso anno. Mi rende felice il fatto di continuare a fare, per questa società, quello che so fare meglio anche in A1."
Con la conferma del quintetto titolare dello scorso anno la società ha voluto ripartire dalla solidità di gruppo: "Si, la linea che la società ha seguito è una linea che condivido per riprendere il filo conduttore che è stato lo spirito di squadra dell'anno scorso, l'anima di quella squadra che ha vinto tutto l'anno scorso. Questo aiuterà maggiormente i nuovi arrivati nell'inserimento in squadra."
Tra i nuovi arrivati c'è Alessandro Gentile, chiamato a ripartire da zero. Come lo hai visto, prima del lieve infortunio, e che consigli gli daresti? "Io l'ho visto molto bene. Suo fratello Stefano, che è qua, è una figura importante per lui è sicuramente lo aiuterà. Io posso solo dirgli di continuare a lavorare serenamente, perché il talento c'è, è indiscutibile non solo a livello italiano ma anche europeo e forse anche qualcosa in più. Sul giocatore non c'è niente da dire, sulla persona ci scopriremo piano piano; per adesso si sta mettendo a disposizione dei compagni. Tutto quello che succede ad inizio stagione, quando ci si incontra in una nuova società."
Che serie A ti aspetti? "Secondo me rispetto agli ultimi 2-3 anni, dove il livello si era un po' abbassato, adesso ci sono varie squadre e varie società che si stanno affermando e confermando, cercando di riproporsi in A1 come la Virtus ma anche Avellino, Venezia, la stessa Trento che è diventata ormai una squadra importante per la serie A, la solita Milano sempre lì nei piani alti. Sarà un campionato molto più competitivo è molto più tosto."
Le prime sensazioni sugli stranieri di questa squadra? "Oliver è un ragazzo molto silenzioso, un lavoratore che sta cercando di capire chi ha intorno, chi ha in squadra. Anche in questo è un playmaker prima fuori dal campo che dentro. Per gli altri non c'è niente da dire: Umeh per me è come un fratello, è il terzo anno che ci gioco insieme, abbiamo un rapporto incredibile. Con Lawson quasi la stessa cosa. Il fatto che siano rimaste molte persone dall'anno scorso è denota molta intelligenza da parte della società, al di là di quello che poi dirà il campo."
Klaudio Ndoja simbolo per i tifosi bianconeri; un pensiero da rivolgere a loro? "1812 abbonati in un giorno, stanno dimostrando quanto ci tengano alla Virtus. Speriamo di ricambiare ma ne sono quasi sicuro che ci riusciremo. Fare così tanti abbonati in questo periodo non è facile; è uno sforzo economico per tante persone, dopo le vacanze e in un periodo di crisi economica: non è una cosa scontata."
L'anno scorso avete portato a termine il famoso "lavoro", quest'anno? "Vedremo cosa ci dirà il campo. Il primo lavoro è stato finito lo scorso anno; adesso, come sempre succede nella vita, ci troviamo davanti un'altro impegno ancora più difficile. Vedremo come supereremo questo ulteriore esame."
L'obiettivo di Klaudio Ndoja invece? "Essere felice."
Tu e Guido Rosselli avrete il compito di "guide" dello spogliatoio: "Il capitano è Guido al 100%. Ha però detto una cosa che mi è piaciuta molto: chi sarà capitano avrà come spalla l'altro e sarà veramente così. Io e lui abbiamo un rapporto super, siamo sempre in camera insieme e cercheremo insieme di aiutare la squadra in tutti i modi possibili."
(foto Pierfrancesco Accardo)