BASKET CITY AL MARE, 28/06/2019
Li aveva visti per la prima volta blandamente coesi qualche giorno prima, quando per vedere la finale tra Sassari e Venezia avevano sfidato l'ira del resto della popolazione, più interessata ad una roba giovanile di sport minore: avevano picchettato la tv, nascosto il telecomando e guardato la partita incuranti del clima di odio che c'era attorno. Poi però l'inciucio era durato poco, e giá alla fine della faccenda i due tifosi tornarono nei loro ruoli di eterni battibeccanti.
Bavvy - Alla fine il vostro Pozzecco si è dimostrato un vero fortitudino. Tanta scena e poi perde in finale.
Piccy - Ma non eri tu quello che fino a dieci giorni fa lo esaltava perchè aveva battuto l'odiata Milano? Poi dai, ha vinto il campionato un vostro ex come Mazzola che tutti noi ricordiamo in una Virtus che ha fatto sognare assieme a Fontecchio, Cuccarolo e il nostro Lassie Hasbrouck.
Bavvy - Al massimo potrei dispiacermi per Spissu e Stegen, ma poi cosa parli te di grandi squadre? Applausi, poi ora tutti gli eroi li stai scartando.
Piccy - Beh, dimmi allora tu cosa dovrei fare. Se li tengo “per amore solo per amore” poi mi tiri dei nomi perché facciamo la squadra ragionando da tifosi e non da persone razionali. Se li cedo comunque sbaglio, e allora il prossimo anno chiamo direttamente te, ok? Ah. E comunque Pozzecco i playoff li ha fatti, voi invece sono due mesi che state preparando caffè al vostro padrone.
Bavvy - La squadra vostra per il prossimo anno? Volentieri, quando dovrete essere di nuovo promossi in A dopo la incombente retrocessione. Ammesso che ci siate ancora.
Piccy - Lascia perdere, che non ci arrivi. A noi interessa avere una squadra di cui essere fieri, che magari non ci pelino in fase di abbonamenti, e vincere il derby. Che il vostro Pagliuca dice che pensarci troppo è da perdenti. Perdere il derby è da perdenti, non pensarci troppo.
Bavvy - Dice quello che un sacco di volte ha vinto un derby e poi è retrocesso. Ci metto la firma: 1-1 nei derby e poi retrocedi, ok?
Waimer sarebbe rimasto ore ad ascoltarli, piuttosto che dover intervenire per sedare una discussione tra tredicenni brufolosi che litigavano a proposito della superiorità del reggaeton sulla trap o altre minchiate simili. E lui ricordava i suoi tempi, quando il Poeta Gianni Drudi metteva tutti d’accordo con capolavori unanimemente adorati come Tirami su la banana col bacio o l’altra, immortale, Non c’è tanga che tenga. Altro che le boiate odierne. Dura, la vita.