BASKET CITY AL MARE
Stava andando come andava poi sempre da ogni anno, con un temporalone che spezzava l’estate, le temperature che un po’ calavano e il tempo non più stabile come prima. Ultime gocce d’estate, cantavano Paola & Chiara, anche se a Waimer avevano fatto presente che, se non voleva riprendere la solita canzonetta dei Righeira, poteva almeno citare Jim Morrison, i Doors, eSummer’s almost gone. Insomma, tanto per dire che ci si stava avviando verso la fine dei giochi, pur nella speranza che settembre portasse ancora qualche soldino nelle casse del bagnino. Se non altro, il tifoso bianconero c’era ancora. Era scappato per un pomeriggio, il tempo di andare a salutare il raduno della sua squadra, poi si era ripalesato sulla sabbia per commentare la Virtus che sarebbe stata. Waimer ci capiva poco, ma dato che “il cliente ha sempre ragione (se paga)”, avrebbe detto di sì se anche il tifoso gli avesse detto che sentiva la mancanza di Hasbrouck e di Hurd.
Bavvy - Oh, è ancora presto, però ‘sta squadra mi gasa. Poi magari se vado a vedere cosa dicevo gli anni scorsi, scopro che ero gasato da qualsiasi cosa, e quindi perdo di importanza. Ma sentire qualcuno che parla di spettacolo, di provare a farne uno più degli altri, ecco, è meglio che non sapere da che parte andare, no?
Waimer - Scusa, sono d’accordo con te eccetera, ma non capitò uguale anche quando c’erano Conroy, Holland e Spencer? Che prima tutti contenti per lo spettacolo e poi è andata come è andata?
Bavvy - Non so che dirti, però negli ultimi tempi qualche squadra con maggiore voglia di fare canestro in giro c’è stata, guarda solo Sassari. Il problema non è avere tanti attaccanti, quanto piuttosto quello di avere delle gerarchie ben definite, e qui starà a Bechi e compagni provare a mettere tutti in riga. Bravo Villalta quando dice “a rallentare si fa sempre a tempo”, spero solo che quando ci sarà bisogno di farlo ci sarà anche la capacità, di farlo. Però intanto vediamo: c’è quello che fotografa i culi, che se sarà bravo come è divertente allora va tutto bene, sotto canestro c’è roba. Insomma, ottimismo.
Waimer - Uhm, non è che sia così perché come ogni anno a fine agosto hai una gran voglia di vedere del basket? Sai, come quando non ti accoppi da un bel po’, e allora ti sembra interessante anche quella che prima non avresti guardato nemmeno sotto tortura…
Bavvy - Ci può stare. Ma soprattutto c’è curiosità. Anche dai, per la nouvelle vague societaria, quella per cui chissà, non sentiremo più parlare di Briscoloni o cose del genere. Non so quanto dureremo, però permettimi di non vedere l’ora di ricominciare. Poi so come sono fatto, inizierò a mugugnare alle prime sconfitte, mi lamenterò del fatto che quei due fanno tutto da soli eccetera. Ma se non sogno a fine agosto, dimmi, quando lo faccio?
Waimer - Per me siete in luna di miele. Certe cose, forse, se le avesse fatte quell’altro, non vi sarebbero piaciute. Gigli non tenuto, Poeta messo in naftalina, certi giovani – o ex tali – scaricati: a volte leggendovi ho l’impressione che se Villalta dicesse “da oggi giochiamo con maglie gialloverdi”, forse vi andrebbe bene.
Bavvy - Ma no, non è così. Diamo tempo alla nuova società di agire come è giusto che faccia: quando tu entri in una casa che prima era di altri cosa fai? Sposti un armadio, magari ti accorgi che quella sedia va messa a sinistra anziché a destra… Poi sarà il tempo a decidere se le scelte sono state giuste o no, e comunque la Virtus in gialloverde non la accetterei a prescindere, ecco.
Come detto, appunto, Waimer non si poneva problemi: al tifoso andava bene questa Virtus? E allora andava bene anche a lui, senza se e senza ma. C’erano ancora pochi giorni, da lì alla chiusura degli ombrelloni e dell’estate, e di certo non poteva alterarsi gli ultimi incassi solo per una questione di cromaticità. Ma sotto sotto anche lui era curioso, anche se si chiedeva: beve di più, e quindi spende di più, il tifoso della squadra che vince, o quello della squadra che perde?