IL DOPOPARTITA DI PIACENZA-FORTITUDO
E alla fine è la storia classica della Fortitudo: quella per cui il campo è la cosa più tranquilla e serena, mentre fuori imperversano tempeste e uragani. Se non altro non ci si annoia mai, passando in poche ore dalla graticola per gli americani e il rischio cessione per i messi all'estremo della rotazione, al caso Fultz con tutti i suoi annessi e connessi. Dichiarazioni dure, forse fin troppo oneste, ma più adatte ad un commentatore che non ad un protagonista, tanto più di esperienza come Robert. Ora la società si riserva di decidere: consiglio? Semplice: multona e amen. Toppe verbali non servono, tagliare sarebbe un danno più per la squadra che non per il giocatore, ergo andare di penale, magari 200 suicidi, e riga.
Per il resto, quel piccolo argomento legato al campo dice che la squadra non è poi così scollata come qualcuno teme o pensa, e che delle risorse ne escono fuori anche quando si poteva rischiare la labirintite: fateci caso, ma quanto sono pesate le bombe di Gandini e Rosselli, nel terzo quarto, proprio in risposta a tutti gli avvicinamenti locali? Ecco. Una squadra sull'orlo della crisi di nervi non avrebbe trovato risposte, questi qua invece la reazione l'hanno trovata. E potremo discutere sulla tecnica e sulla compatibilità di tanti. Ma non sembra che ci sia gente che, deliberatamente, remi contro. Chissà, staremo sul pezzo senza annoiarci mai.
Just can't get enough - Il risveglio di Legion. Che non è scarso (ma và!), ma che va solo adeguato ai bisogni contestuali. O Italiano, che a spremere del succo lo tira fuori sempre. La truppa in generale.
It's no good - Vittoria facile in trasferta. Come detto, il campo è felice. Fuori, si vedrà.
(Foto UCC Assigeco Basket)