Serviva qualcosa di speciale, è arrivata una partita normale, di quelle che magari sarebbero andate bene per battere Pesaro e Cremona, ma che non bastano per restare in partita per 40’ contro Venezia. Esce quindi punita la Fortitudo, di fatto quasi da assolvere per la voglia in una situazione al limite del surreale (Hunt fuori, Withers al rientro), ma che evidentemente non era al Taliercio che doveva racimolar punti. E i relativi complimenti (con la curiosa cifra dell'essere davanti nella valutazione complessiva) non fanno classifica.

La Fortitudo se la butta subito nella gestione dell’area, andando spesso da un fruttifero Cusin e cercando di chiudere bene la propria, ma funziona poco se poi si lasciano i tiratori veneziani più o meno sempre liberi: 5 triple di fila, e a farne 2 beccandone 3 diventa inevitabile, ad un certo punto, che il vantaggio prenda la via di casa, ed è 22-15 al 10’.

Bologna crea anche del bel gioco, Venezia ci prova solo da 3, e un attimo di calo di percentuali lagunari permette ai Dalmonte’s, ben guidati da Withers, di provare il sorpasso. Si segnano più canestri ma quelli segnati valgono meno, per cui la Effe rimane sempre un attimo indietro, anche perché Tonut, quando c’è da metterne, non si tira indietro. Segnali di vita da Aradori che impatta, ma dietro si paga dazio e all’intervallo, pur con un cesto di più segnato (e a parità di liberi messi a segno, solo uno per parte) e valutazione migliore (61-50), è 46-40 Venezia.

Tanto frizzante prima, tanto spizzicata la partita poi, con tanti errori – anche arbitrali – e fumo sul campo. Venezia però difende meglio, sfrutta qualche sciocchezza bolognese nei passaggi e nella difesa sugli esterni, e si finisce 45-56. Però l’organizzazione di squadra fortitudina è solida, si sgranocchiano liberi, ed è -4. Però, appunto, non si dovrebbe sbagliare mai per stare in zona, perché Venezia ne ha di più, di opzioni. Nuovamente -11, serve una tripla a puntate per Banks per restare sotto la doppia cifra al 30’, 69-61 Venezia al 30’.

Tu quoque Campogrande porta Venezia al massimo vantaggio (+13), altri tocchi fanno precipitare la F al 63-80, ma c’è anche tanto orgoglio. 10-0, -7, poi due errori di un altrimenti vigoroso Totè sono sangue lasciato per strada. E allora la resa arriva quando, a 1’ dalla fine, Dalmonte toglie per la prima volta dal campo un esausto Banks per dare spazio ai bimbi. Incolpevoli, come tutti oggi.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92