GARA 5 DI FINALE, IL DOPOPARTITA
Alla fine la festa è per Brescia, e forse è anche giusto così, visto che in queste 5 gare di finale solo in gara 1 c’è stata l’impressione che la trasfertista potesse provare il sacco. E la Fortitudo, di cui faremo pagelloni eccetera a breve, torna a casa con l’impressione dolceamara di aver fatto un percorso clamoroso, ma con la caravella che si è fermata ad un passo dalla meta. Con il senno di poi, è facile pensare che gara 5 sia stata resa difficile anche, e soprattutto, da quello visto in gara 4: un dominio totale, bellezza infinita, e magari la truppa avrà pensato, implicitamente, di andare a Brescia partendo dal +24 e non dallo 0-0 che era, invece. E la partita non è stata tale, con il punteggio che è subito volato in cantina (0-8 dopo i primi tre possessi o quasi) e fin troppa frenesia per cercare la rimonta. Dimenticando che ogni canestro deve essere sofferto e non figlio di inerzia o decreti legge.
Purtroppo, è mancato quello che la Fortitudo in teoria avrebbe dovuto avere, ovvero il go-to-guy necessario in quelle occasioni di poca lucidità, in una sera dove in 11 hanno sporcato il tabellino, ma senza nemmeno portarne uno alla doppia cifra. Ecco, Jonte Flowers ieri sarebbe stato molto, molto utile. Tal degh, si potrebbe facilmente obiettare, ma anche questa è prova dell’impresa fortitudina di questi playoff. Ovvero, essere arrivata così in alto facendo dimenticare quasi sempre (e su questo “quasi” che si fa la differenza tra A1 e A2) che è venuto a mancare un soggetto che, tutto sommato, canestro lo sapeva fare eccome. Ergo, messa alle strette, Bologna ha sofferto la carenza di personalità, di lucidità, tutto il resto: e allora, complimenti per essere riusciti a nascondere la cosa per così tante partite.
E allora? Allora della gara di ieri resteranno impresse nella memoria di tutti le immagini del finale, con i complimenti reciproci, e con le ultime battute dove nessuno dei bolognesi faticosamente arrampicatisi fino a Montichiari ha avuto lamentele o qualcosa da ridire sull’andamento della serata. E la festa c’è stata lo stesso, al ritorno in Azzarita nella notte, perché mai si era vista una truppa lottare in questo modo. Complimenti, perché la battuta è molto semplice: ha perso una finale, non può non essere una Fortitudo. Ma, in questo caso, l’assurdo non è stato perderla, questa finale. Arrivarci, piuttosto.
Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore - Stavolta non è stata la squadra a far emozionare la gente, ma la gente a far emozionare la squadra.
Ne abbiamo avute di occasioni perdendole - Gara 5 ha dimostrato che tutta la litania e la telenovela sui biglietti è stata assolutamente inutile e sciocca. Qualcuno se lo ricordi. Per il resto, brava Brescia, brava la Fortitudo, amen.