Facile essere l'oasi felice dello sport (almeno parlando di massimi sistemi) bolognese in questo inizio anno, per la Fortitudo. Tra una Virtus e un Bologna dove i tifosi reclamano maggiori attenzioni e società più concentrate sui risultati del campo che non altro, gongolare dall'alto di un record di 13-1 è la cosa più semplice, ma intanto il merito è esserci arrivati, a questo primato parziale. Con apotropaici gesti nel ricordare che negli ultimi tre anni i campioni d'inverno orientali ci sono poi sempre saliti, in serie A, e tenendo ben presente che tutto è ancora da conquistare. Però è giusto applaudire tutti, a partire dal coach (da qualche parte su internet abbiamo trovato un articolo dove si parla del Molise come cucina più apprezzata dagli stranieri: diciamo che le ricette di Martino per ora sono piaciute molto anche in Emilia) alla squadra. Dove forse l'unico che pare in leggero affanno statistico è Cinciarini (3/25 da 3 nelle ultime sei uscite), ma vai a dire qualcosa a lui così come a tutti gli altri. Sembrano lontani i tempi di giocatori che sgomitavano nell'affollamento di roster troppo pieni e di americani sotto rendimento: oggi tutto funziona davvero alla perfezione. Oggi.

In un campionato dove, chissà, se le cose finiranno bene ci sarà da invitare alla festa pure Gherardo Sabatini, che uccidendo Treviso, domenica scorsa, ha messo altro spazio tra la Fortitudo e il resto del gruppone. Ma intanto ecco l'ultima del girone d'andata, da affrontare con le molle evitando di andare, con il pensiero, alle prossime 4 di campionato. Quando cioè ci saranno in casa Verona e Treviso, intercalate dalle trasferte di Imola (Faenza, anzi) e Udine. Ci fosse anche solo un tre su quattro, mettendo nelle tre la salvaguardia del fattore campo, Bologna sarebbe tipo due set a zero e break a favore nel terzo. Ovvero, del tutto padrona del proprio destino e con la necessità di dover stare solo con la testa sulle spalle. Ce la si farà?

Roseto, quindi. Chissà se hanno aggiustato i danni che Pozzecco arrecò allo spogliatoio un po’ di mesi fa, intanto in Abruzzo è stata messa su una squadra di giovanissimi (a parte gli antichi Pierich e Bushati) che finora sta andando come ci si può aspettare per una squadra di giovanissimi. Ovvero discese ardite e risalite, come diceva il Poeta: in classifica il bilancio è 5-9, in quell’infinito limbo dove si viaggia tra il nono posto (ultimo per i playoff) e la zona playout, assieme ad altre sei squadre. Roseto viene dal clamoroso +30 a Ferrara, che ha fatto deflagrare in Estensia il caso Hall (giocatore messo fuori rosa), e quindi l’idea è che, se la truppa di coach D’Arcangeli è in buona, si salvi chi può. Ad aiutare i giovincelli è tornato l’americano Brandon Sherrod – Sherrod è il cognome, chi vuol capire capisca – in area (15+8), a dare man forte all’esterno Person (18) e all’ala Akele (quasi 14). Molta attenzione al regista Lazar Nikolic, che è un ’99, è serbo di passaporto italiano, e che di centimetraggio fa 201 centimetri: una di quelle scommesse che, nello strapiccolo (sia chiaro), ricorda quella di Bodiroga a Trieste, tantissimi anni fa. Insomma: se si mettono in testa di poter vincere, questi possono farlo.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI