VIRTUS, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
A meno di 20 giorni dal raduno, la Virtus ha trovato il suo playmaker. Per l'ingaggio di Oliver Lafayette infatti manca solo l'ufficialità. Si tratta di un giocatore di alto profilo, che nell'unica stagione italiana giocata (2015/16) ha vinto scudetto e Coppa Italia, con la maglia di Milano e assieme ad Alessandro Gentile. Lafayette ha vinto anche altrove, in Lituania, in Grecia e in Spagna, dove si è portato a casa due Eurocup, tra cui quella della scorsa stagione con la maglia di Malaga.
Lafayette - dotato anche di un prezioso passaporto croato - completa il trio di esterni titolare delle Vu Nere, e avrà il compito di innescare Gentile e Aradori. Si tratta peraltro di un ottimo difensore e buon tiratore da tre sugli scarichi (38% nella sua esperienza milanese), mentre non è noto per essere un costruttore di gioco, quindi è facile presumere che le azioni bianconere partiranno spesso dai due giocatori che amano creare con la palla in mano, ovvero Gentile e Aradori.
Per quanto riguarda invece il settore lunghi, si attende l'arrivo di Shane Lawal. L'ex Sassari è atteso in città per domenica prossima. Se le visite mediche andranno bene seguirà la firma sul contratto e il giocatore sarà pronto per il raduno, che è stato ufficialmente fissato per giovedì 17 agosto.
A questo punto, la Virtus ha nove giocatori senior, cinque italiani (Stefano e Alessando Gentile, Aradori, Ndoja e Rosselli) e quattro stranieri, di cui tre comunitari o equiparati: Umeh, Lawson, Lawal e Lafayette. Questo in teoria rende possibile prendere un giocatore di qualsiasi nazionalità per il 5+5, o anche in corso d'opera passare al 3+4+5 senza stravolgimenti.
Sulla carta, quindi, per completare la squadra manca un numero quattro straniero, quel giocatore che coach Ramagli ha descritto come uno che conosca il gioco perimetrale e, dietro, cambi su tutti. Salvo sorprese clamorose, se ne parlerà dopo il raduno; questo a meno che la società non faccia la scelta (onestamente rischiosa) di partire con uno straniero in meno per poi eventualmente aggiustare le cose in corso d'opera.