DATOME: LA CRISI COLPIRA' DI PIU' CHI ERA GIA' IN DIFFICOLTA'. TROPPI STRANIERI? LA VERITA' STA NEL MEZZO
“Un nuovo basket? Servono idee vere, concretezza, capire come rendere la situazione più sostenibile in questo momento. Siamo tutti fermi, è arrivato il momento di pensare ad una nuova era anche nello sport. Se ci sono meno risorse a disposizione bisogna investire di più sulle persone per creare un progetto di movimento a lunga scadenza”. Luigi Datome, capitano della nazionale italiana di basket e ala del Fenerbahce, commenta l’impatto del coronavirus sul movimento cestistico in un’intervista ai microfoni di Mariù Adamo per Mattina 9, il morning show in onda su Canale 9 - 7 Gold.
“Come il coronavirus ha attaccato con più violenza le persone con patologie pregresse e le economie che avevano problemi oggettivi, così la crisi economica colpirà di più i settori e le squadre che già presentavano difficoltà. Lo sport non sarà più lo stesso, il basket non è il calcio: bisogna gettare ora le basi per vedere tra cinque anni i frutti”.
E la situazione in Italia? “C’è un problema di strutture, che sono una questione di politica e di burocrazia. Sicuramente siamo indietro rispetto all’Europa. Troppi stranieri? La verità sta nel mezzo: l’abbassamento dei budget - ha spiegato Datome - ha portato alla presenza di stranieri dal basso costo e quindi con poca qualità, che hanno fatto abbassare il livello del campionato. Gli italiani devono avere la possibilità di giocare e devono avere regole che li tutelino, ma serve anche più talento da parte degli allenatori e dei dirigenti per capire chi sono i giocatori su cui puntare e come farli crescere. E infine, anche alcuni ragazzi devono dimostrare più fame, non accontentarsi. E’ un problema di cultura: il movimento deve individuare i giovani su cui investire e i giovani devono trovare una devozione verso la pallacanestro, dedicando a lei la loro vita”.