Il capitano Virtus Klaudio Ndoja è stato sentito in una lunga intervista sulla Gazzetta dello Sport da Luca Aquino. Ndoja ha ripercorso la sua vita, dai primi tempi in Albania fino all’avventuroso arrivo in Italia. Qualche breve estratto.

“Vorrei essere d'aiuto non solo a immigrati come me, ma in generale a chi ha mille problemi nella vita e non vede via d'uscita. Fino ai 13 anni ho subito due guerre, non è colpa mia se sono nato nella parte sbagliata dell'Europa. Però alla fine viene sempre fuori quello che siamo. Il mio obiettivo non è mai stato diventare un giocatore Nba o di serie A, oppure un miliardario, ma uscire da quella situazione di disagio per me e la mia famiglia, avere una vita dove non fosse un problema avere da mangiare a tavola o un tetto sulla testa.
Modelli? Sono sempre stato dalla parte degli sconfitti. Non mi piaceva Michael Jordan, tifavo per i suoi avversari come Barkley o Utah. Oppure Iverson contro i Lakers nel 2001. È la storia della mia vita da "underdog": mi hanno sempre detto che non ce l'avrei fatta e ora sono capitano della Virtus Bologna.
Idoli? Ho chiesto un solo autografo nella mia vita. A Gianmarco Pozzecco quando giocavo a Desio nelle giovanili, perché mi piaceva il suo modo di dare tutto in campo. Poi è stato mio compagno di squadra a Capo d'Orlando, ha scritto la prefazione del mio libro e adesso è qui a Bologna ad allenare”


Al Carlino, invece, Ndoja ha parlato del momento Virtus. Anche qui, un estratto.
“Stiamo attraversando un momento molto delicato, siamo vicino ai playoff ma non li abbiamo presi e dal punto di vista tecnico soffriamo l’assenza di Alessandro Gentile. In difesa la squadra tiene anche senza di lui, ma in attacco senza la sua imprevedibilità facciamo molta fatica. Non è un caso che a Torino abbiamo segnato solo 67 punti e con Varese ci siamo fermati a 69.
Con Wilson migliorerà? E’ quello che speriamo tutti perché dobbiamo tornare da Pistoia con la vittoria in tasca. Per come abbiamo reagito alle tante difficoltà che hanno accompagnato la nostra stagione, per come la squadra è cresciuta e per come ha onorato questa maglia, la V nera merita questi playoff: noi siamo a un passo dall'arrivarci e non vogliamo che ci sfuggano.
Le sconfitte in casa? Difficile da spiegare anche se io mi focalizzerei di più sul fatto che abbiamo perso cinque volte al PalaDozza e questo è un peccato perché con il calore del nostro pubblico noi avremmo dovuto trasformare il nostro impianto in un fortino.
Il prossimo anno? Sono il capitano della Virtus e il mio sogno è rimanere qui e spero che questo mio desiderio si realizzi anche per provare l'esperienza di disputare una coppa europea”



(foto Giulia Pesino)

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