La mano di Ruben Douglas si alza, nel più Ignorante dei tiri possibili; il ciuf prima lascia tutti sorpresi, poi dubbiosi sul momento del distacco tra il cuoio e la pelle del giocatore. Lungo conciliabolo, un istant replay che lascia i cuori in bilico, poi l'arbitro segna 3, e la Fortitudo segna 2. Scudetti. 67-65. E per il Serpentaro, finora solo omonimo dei due Douglas che tanto fecero nella Fortitudo degli anni '80, un posto nella Storia, quella con la S maiuscola. La Climamio la vince così, nel più incredibile dei modi possibili, quasi a voler ripagare anni di ferri allo scadere, tiri da 4, sciagure e nefandezze varie. E con il 3-1 contro una Milano mai doma arriva il tricolore numero 2, tanto gioioso quanto inaspettato: si faranno i paragoni con quell'altro, che sarà stato più intenso in quanto primo. Ma, di certo, ottenuto da una squadra costruita per vincere. Questa all'inizio della stagione era sembrata un progetto, con giovani da lanciare e budget che sembrava non dare spazio a voli pindarici. Non sono serviti: per tutto il mondo F, dal più piccolo al più grande, una felicità immensa.

Repesa riprova il quintetto base, quello della prima e della terza, e con la schiacciata iniziale di Bagaric ottiene il primo vantaggio esterno della serie, dopo 121 minuti di soliloqui interni. E' una Fortitudo che parte come se fosse al Paladozza, 9-0 in 137 secondi, quasi a voler correre verso la vittoria più di quanto non possano fare lancette legate all'invariabile scorrere del Tempo. L'effetto sopresa dura però poco: Gigena crocifigge Mancinelli, e le scorribande bolognesi terminano quando Milano riprende la mira. Dal 15-6 siglato Basile il vantaggio si assottiglia, e svanisce nel nulla al momento dell'ingresso di Djordjevic. 4 punti filati per lui, 17-18 alla sirena, e Fortitudo che dopo le prime ottime cose si incaponisce nel tiro da 3: tanti, troppi.

Il copione non cambia nelle prime battute del secondo quarto, con altri 5 di Dj a completare un break di 0-13: la Climamio pare non avere forze nè idee per tornare in area, e anche i primi punti dopo tanti minuti arrivano - con Lorbek - dall'arco. Repesa si prende un tecnico che non viene sfruttato al meglio dall'Armani, ma prima di accusare l'arbitraggio di Movimentite, si dovrebbero cercare alternative alle triple, anche solo per far commettere qualche fallo ai padroni di casa. Non capita: Basile viene messo in ginocchio da una persa che fa involare McCullough, 22-30 e 7 punti segnati in 12'. Per fortuna bolognese, il timone viene girato prima di incagliarsi definitivamente: tornando in area, e reagendo bene agli accenni di pressing, ecco un 13-0 (nutrito anche da un tecnico alla panchina AJ) che, mitigato da un ciuf finale di Calabria, manda la F al riposo sul 35-32.

La Climamio torna di gran difesa, lascia 4 minuti di silenziatore al tabellone Armani, ma in attacco fa altrettanto, siglando solo con Rancik. Serve di nuovo Djordjevic, a Lardo, e dal 37-32 si torna a vantaggio casalingo, fin sul 38-44. Qui arrivano due triple in un batter di ciglia, a firma Belinelli e Douglas, a pareggiare: Lorbek sorpassa, Calabria controsorpassa, 46-47 al 30'.

Infin, il finale. Con il clima che si fa torrido, scontri ad ogni blocco, e le triple di Calabria e Djordjevic a rintuzzare ogni altrui sogno. Per le ultime battute, basta il play-by-play: Basile pareggia a 61, Calabria 2 liberi, McCullough ruba a Douglas e altri 2 liberi per il +4; Douglas sbaglia, Basile 2 liberi a 55", Blair - ma perchè dare palla a lui? - 0/2 dalla lunetta, 1/2 di Douglas a 30" e siamo 64-65. Djordjevic palleggia tanto, serve Calabria che cicca. 5 secondi, Basile rischia di morire palla in mano prima di trovare i riccioli di Douglas. Il resto è storia. "O giornate del nostro riscatto", liricizzava Alessandro Manzoni: per la Fortitudo, un calcio alla sfortuna degli ultimi tiri in finale, e un viaggio dalla sarta. Quest'anno, le maglie a cui apporre il tricolore, sono quelle biancoblu.

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