Ettore Messina è stato intervistato da Mirco Melloni su La Stampa.
Ecco un estratto delle sue parole.

Resta un sistema fatto di serietà e approccio preciso. Senza Ginobili e Parker perderemo inizialmente leadership sul campo, l'intesa visiva con il coach, la parola appropriata nello spogliatoio. Siamo stati fortunati a goderci questi campioni, si formeranno nuovi equilibri.
Marco Belinelli può diventare un veterano di riferimento? Lo abbiamo rivoluto con noi, dopo 3 anni, non solo perché porta punti e tanto altro al nostro attacco, ma perché si era inserito bene in questa realtà. Ho avuto modo di apprezzare Marco anche in Nazionale.
Si possono centrare i playoff per la 22° volta in fila? È legittimo pensarlo. Abbiamo due All Star come DeRozan e LaMarcus Aldridge, poi un giocatore importante come Rudy Gay magari non salterà ancora 25 partite.
Ci sarà il primo coach europeo, Igor Kokoskov a Phoenix. Qui c'è pragmatismo: la novità sarà sottolineata con una sovraimpressione nel debutto. Poi Kokoskov verrà valutato per il rendimento dei Suns.
Il futuro di Messina sarà quello di head coach NBA? Se una franchigia pensa che con me in panchina si possa fare di più, bene. Ma se quel treno non passa non mi suicido. La NBA mi ha trattato bene e ne sono onorato.
Julio Velasco è tornato a Modena, Messina ci pensa? Ho letto "Vent'anni dopo" di Alexandre Dumas e mi è bastato. In questi anni a ogni mio ritorno in Italia sono stato trattato bene, ma allenando in serie A ciò svanirebbe. E non ho l'eccitazione di tornare a fare lo str... del reame.
Si è dato una "scadenza"? No, e dovrei farlo. Da giovane credevo che avrei smesso a 40 anni, ora ne ho 59 e mi sono accorto che, invecchiando, mi diverto di più.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91