Anni fa la Sampdoria, quando andava a fare trasferte europee, a dimostrazione di rispetto per il paese ospite entrava in campo con la bandiera, appunto, di chi lì era di casa. La Fortitudo materana ha fatto qualcosa di simile, ma onorare la città dei Sassi tirando pietre su pietre al canestro, ecco, fa pensare che un modo diverso di porsi ci poteva essere eccome. Alla fine della serata è arrivata la quarta sconfitta in campionato, terza su tre trasferte giocate, e quello che magari può far pensare è che, insomma, nei 125' fuori casa - Imola Trieste e Matera - non è che si sia stati poi tanto tempo in vantaggio.

Qualcosa vorrà dire, se non altro ieri ci si è accorti di quelle che possono essere le problematiche di una squadra con tante incognite. Perchè a Matera si è perso su tutto il campo: il settore esterni, dove del trio Candi-Sorrentino-Montano per un motivo o per l'altro non se ne è fatto uno. Considerando come i primi due siano sembrati più in balia degli eventi che non capaci di modificarne il corso, e il terzo, tra il rientro dall'infortunio eccetera, sta tirando con percentuali, diciamo, rivedibili. E si è perso in area, dove prima Corral e poi Hamilton hanno banchettato fino a portare Matera a tirare da 2 attorno al 60%. Quindi, facendo 26 perse, guadagnandosi solo 6 liberi (tutti di Daniel) e non coprendo il canestro, di vittorie se ne portano a casa poche. Figlia quindi di quei prevedibili sbalzi d'umore di chi non ha garanzie certe, per cui a volte puoi vivere di entusiasmi e dimostrare che nel tuo roster tutti possono fare bene. E altre volte ti deprimi perchè, appunto, nello stesso roster non c'è qualcuno che possa ergersi da solo: la Fortitudo quando vince vince di gruppo, e quando perde fa altrettanto. Ora Treviso, che ha fatto sei turni e mezzo imbattuta. Mezzo, perchè ieri in casa contro Imola è riuscita a perdere (o Imola è riuscita a vincere) una gara che, inizialmente, stava facendo gridare alla manifesta superiorità casalinga. Ci si divertirà.


Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore - Forse alla fine solo l'attaccamento di chi è sceso lungo tutta la Penisola per porre i propri vessilli, per la prima volta nella storia, in Basilicata. O la prova di Quaglia e Raucci, non seguiti però dai titolari.

Ne abbiamo avute di occasioni perdendole - Daniel si è svegliato, in attacco, solo nel secondo tempo. Prima, però, era stato stritolato da tutto quello che c'era attorno. La regia, come detto. E un certo senso di grigiore collettivo.

MAX BOCCIO E MIRELA CHIRISI SI SEPARANO
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE