Antimo Martino è stato ieri ospite di “Basket City” su TRC.

Qualche sua dichiarazione.

“Abbiamo chiuso ottimamente il girone d’andata, oltre ogni rosea aspettativa, ma serve mantenere alta la concentrazione e cercare di giocare un ritorno con la voglia di far bene uguale a quanto fatto fin qua. Che sia l’anno buono? Me lo auguro, scongiuri a parte. Al di là di un profilo condiviso con la società molto più tranquillo quest’anno, se sei la Fortitudo non puoi non essere ambizioso e non voler tornare in A1. Conta lottare durante la settimana e mantenere questo atteggiamento.”

Un aggettivo per definire questa squadra? “Solida, e la partita di Roseto lo ha dimostrato. Lo confermano le voci statistiche, che oltre alla classifica provano la mentalità di soffrire e la tenacia di voler vincere, come successo con Forlì e Roseto. In un campionato come questo è un aspetto importante.”

State andando molto bene. “Siamo una squadra equilibrata, sin dal precampionato abbiamo lavorato bene e puntanto sulla responsabilità collettiva. L’inizio ci preoccupava, il calendario non era molto benevolo, ma noi siamo stati bravi a farci trovare pronti. Abbiamo ogni partita un protagonista diverso, e da allenatore questo mi rende contento, perché è uno degli aspetti più gratificanti. Ed è il frutto della nostra impostazione generale, concretizzata grazie alla disponibilità dei giocatori. Ho la fortuna di allenare ottimi giocatori, Fantinelli Rosselli e Leunen hanno un iq cestistico molto elevato e sono bravissimi nelle letture, e questo aiuta tutta la squadra per come riescono ad esaltare le qualità dei singoli e a risolvere problemi che si possono proporre.”

Roseto era quasi riuscita a fermarvi. “Roseto l’avevo già vista a Ferrara e rispecchia l’idea di squadra giovanile, con energia ed entusiasmo e attuale fiducia, specie in casa. Non è stata semplice, fisicamente è in ottimo momento, e noi non eravamo in giornata di buoni tiri. Ma siamo stati capaci di aspettare.”

Un giudizio su Fantinelli. “Ha preferito rifiutare offerte in serie A per fare un percorso diverso, consolidandosi da protagonista al piano inferiore per arrivare nella massima serie con la certezza e sicurezza di poterci stare, e io da allenatore penso che lo potrebbe fare, in una squadra che gli potesse dare spazio. Ma possiamo arrivarci anche insieme. Somiglianze con Candi? Qualcosa fisicamente, ma non posso fare paragoni non avendo allenato Candi. Forse il suo step decisivo sarà mettere su il tiro, lui lo sa e ci sta lavorando.”

Un giudizio su Pini. “Professionista esemplare, si allena in maniera intensa e con generosità. Ha caratteristiche specifiche e che vanno contestualizzate in un sistema che lo valorizzi, e ha bisogno di qualità attorno a lui, cosa che quest’anno ha trovato. E’ un lungo attuale nel basket moderno, che può migliorare, e che difensivamente dà tutto.”

Le prossime partite? “Non faccio tabelle, noi vogliamo affrontare ogni gara una alla volta, e ora la nostra squadra deve avere l’ambizione di provare a vincere partita per partita. Posso solo dire che l’attenzione di tutti è rivolta a Verona.”

Come pensi di contenere Verona? “Ci entreremo nel dettaglio nei prossimi giorni, specie in difesa, per limitare i punti di forza avversari. E’ squadra molto perimetrale, ma noi siamo in casa e metteremo aggressività e attenzione.”

Leunen potrebbe tirare di più da 3. “E’ un suo punto di forza, ma le difese cercano di adeguarsi, e così si scoprono altrove. E lui è bravo a riconoscere queste situazioni e a punirle. Per cui non cambieremo niente: se non tira 10 volte da 3 è perché nessuna difesa ci permetterà mai di farlo”

Il rientro di Mancinelli? “Sta lavorando ancora a parte, ma sempre più intensamente. Il programma prevede che a breve torni nel gruppo, ma già in passato lo avevamo fatto dovendo poi tornare indietro. Ora cerchiamo di fare le cose in modo graduale”

Sei stato il vice di Repesa, cosa ti ha lasciato? “E’ stata la mia prima esperienza da vice, quindi è stato molto particolare. Lui è preparato, sa gestire il gruppo, sa quando deve alleggerire o aumentare la tensione, è intelligente e sa rendere tutti al meglio”

Boniciolli? “Diverso. Anche lui molto preparato, capace di tirare fuori molto dai giocatori, anche lui un grande allenatore”

Lardo? “Molto tattico, ex playmaker anche se non ho mai avuto la fortuna di vederlo, ma metteva in campo la voglia di cambiare le cose, specie in difesa. A Roma sono stato anche con Dalmonte, ho potuto avere a che fare con tanti allenatori di spessore”

A Roma sei stato molti anni e hai preso da tanti allenatori. “Ne ho viste tante, e gli esoneri mi hanno dato – al netto dell’amarezza per i colleghi – la possibilità di avere a che fare con tanti diversi professionisti. E ho sempre cercato di essere un vice pensante”

Benevelli e Hasbrouck come stanno? “La distorsione non sembra gravissima, contiamo di recuperarlo. Rispetto a domenica la situazione è migliore di quanto non si fosse pensato. Kenny è uno che vive di scatti, e ci sta che alla fine di una gara con un supplementare fosse un po’ stanco, ma non c’è nulla.”

La partita chiave sarà Verona o Treviso? “Dico Verona perché è la prossima, e perché arriva da nove vittorie consecutive. Merita rispetto, è in fiducia, ed è la prossima che giochiamo. Ogni gara deve essere affrontata con la stessa mentalità, ed è questo che sta pagando”

Qualche problema contro la zona? “Questa squadra ha dimostrato di poter leggere qualsiasi situazione di gioco. Poi in campo ci sono anche gli avversari, e non è sempre semplice vincere o dominare per 40’. Abbiamo le qualità per trovare sempre delle soluzioni, e lo abbiamo dimostrato”

Un ritorno di Candi in Fortitudo? “Per ora guardiamo a questa stagione, senza spazio per pensare ad altro”

Se dovessi andare su, dei sei americani due sarebbero quelli che hai già? “Che Leunen potrebbe già domani giocare una gara di serie A di alto livello nessuno ha dubbi, ma non abbiamo idea di cosa potrà essere il futuro, specie ricordando che l’obiettivo ancora non lo abbiamo conquistato. Comunque sia Leunen che anche Hasbrouck, nella attuale A1, potrebbero facilmente giocare. Ora in Italia comunque non arrivano americani di altissimo livello come quelli che potevo aver conosciuto io a Roma, forse è un problema di budget ridotti.”

Una Coppa europea potrebbe essere una esperienza anche per la Fortitudo? “E’ sempre qualcosa di importante e prestigioso per la società, ti dà visibilità e la possibilità non scontata di firmare giocatori interessanti, specie americani a cui piace l’idea della doppia vetrina. In alcuni momenti però potrebbe condizionare quanto succede in un campionato non semplice come il nostro. Ma se una società può permetterselo, una coppa è sempre qualcosa di bello per tutti”




( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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