Aperta ieri dal Corriere di Bologna una discussione su come a Bologna ci sia una percentuale di allenatori esonerati (tra calcio e basket) maggiore rispetto al resto d'Italia, sono stati sentiti due coach passati da qua e sempre popolari, Zare Markovski e Matteo Boniciolli. Un estratto delle loro parole.

Markovski - "Il mio esonero lo metterei tra virgolette. Non è giustificabile in nessun modo, fu una ripicca personale, sostanzialmente un abuso di potere che ha negato il lavoro sul campo di un gruppo di professionisti. I social incidono sicuramente, quelli che devono decidere non vivono su un altro pianeta, leggono. Se un'influencer da 60 milioni di follower è entrata nel CDA di una grossa casa di moda è perchè oggi i social vengono ottenuti in grande considerazione. E lo sport non è fuori da questo mondo. Per un allenatore non è possibile programmare al di là dei risultati. Il mondo ha accelerato i pensieri, se qualcuno pensa si possa tornare a come era prima deve scendere"

Boniciolli - "Quando post malattia dovetti dare le dimissioni dalla Fortitudo, un utente di Facebook scrissi che sperava io morissi. Trovai il numero e lo chiamai, ringraziandolo e avvisandolo che mi ero rivolto alla polizia postale. Mi disse che se mi avesse insultato sarebbe stato perseguibile, avendomi augurato la morte no. Aveva ragione lui. I social hanno sostituito la Doxa, sembrano diventati agenzie che fanno indagini di mercato. A Udine ho vinto 10 partite su 12 e si leggeva sui social che ero il miglior allenatore degli ultimi 20 anni, ne ho perse 6 di fila causa Covid ed ero bollito, ora ho vinto il titolo di miglior allenatore della Coppa Italia e dicono 'l'avevo detto". Ormai non basta più vincere, si discute pure la qualità della vittoria. L'esonero post derby nel 2002? Lì fu a causa degli amici intimi del presidente"

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92