Stefano Mancinelli è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Ecco le parole del capitano biancoblu:

Abbiamo disputato una buona partita. Peccato per qualche stupidaggine che, soprattutto nel finale, ci è costata il risultato. Trieste è forte. Ma c'è rammarico perchè avremmo potuto portare a casa la vittoria.

Dopo la dimostrazione di forza contro Treviso al PalaDozza, è mancato l'atteso salto di qualità. Perché? «Ci serve maggiore continuità. Nelle ultime gare, dal derby in poi, abbiamo giocato bene. A Verona, l'unico errore commesso è stato decisivo. A Trieste con qualche palla persa in meno avremmo potuto vincere. Ci serve solo una scintilla. Ora avremo una serie di occasioni che dovremo sfruttare: fare un bel filotto sarà importante».

Per riuscirci servirà di nuovo il Legion dell'esordio contro Treviso, non quello che a Trieste, dalla lunga distanza, non ha quasi mai fatto canestro. Ci può stare. Alex ha giocato una gara discreta. E' un tiratore e il pallone non è entrato. Può accadere. Ma non dimentichiamo che è arrivato da appena una settimana: deve ancora ambientarsi. Fin qui ha disputato un'ottima partita all'esordio e una discreta a Trieste. Nel complesso sta andando bene.

L'inserimento procede anche a livello umano. Alex mi piace come giocatore e anche come persona. Pensavo fosse più egoista. Di solito un tiratore tende a non passare la palla, mentre lui ci sta provando. E si sta abituando alla fatica: nelle ultime stagioni non aveva mai lavorato come adesso. Sta rispondendo positivamente agli stimoli.

E si sta integrando al meglio con i compagni di reparto, a cominciare da Montano. «Noi abbiamo nel roster dei tiratori e gente che è abituata a fare punti Ma la cosa principale è che tutti abbiamo, come primo pensiero, la squadra. Se Legion fa 50 punti e io nessuno e vinciamo, va benissimo».

Peccato per la sfortuna. «Perché siamo stati malati? Abbiamo avuto l'influenza. Ora basta parlare di sfortuna. Anche perché poi, facendo così, ce ne portiamo dell'altra».

Meglio concentrarsi sulla prossima partita con Mantova, in programma domenica alle 18 al PalaDozza. «Abbiamo iniziato a prepararla. Mi aspetto una gara sicuramente difficile, ma con l'aiuto del nostro pubblico. Loro hanno grandi giocatori come Giachetti, Gergati e Corbett, e stanno giocando una buona pallacanestro, ad eccezione della sfida con Ferrara. Siamo carichi per affrontarli».

Con un Ruzzier cresciuto e un Candi recuperato, due elementi che, oggi, costituiscono la migliore coppia di play italiani della categoria. «Io credo che anche in Serie A, come coppia italiana, non ci sia di meglio. Hanno un grande talento e tanta voglia di lavorare. Possono avere una carriera spettacolare».

In regia è stato tesserato, proprio prima della partita a Trieste, anche Marchetti. «Non è arrivato Michael Jordan, ma un ragazzo super che si sbatte in allenamento e ci conosce dall'inizio dell'anno. Potrà essere utile alla squadra».

A condizione che sappia reggere quella pressione che sta crescendo attorno alla Fortitudo che, in questo momento, ha gli stessi punti dell'Aquila dell'anno scorso. «Bene, se è così, vuol dire che arriveremo in finale. Io vivo questa pressione molto tranquillamente, anche perchè è il bello del nostro sport. Sotto pressione, gioco meglio. Ripeto: ci manca una scintilla per svoltare. Abbiamo perso con la Virtus, a Verona, in trasferta con Trieste, che abbiamo battuto al PalaDozza, dove la Virtus dovrà venire a giocare. Siamo padroni del nostro futuro.

Vedere la Virtus davanti crea qualche problema? «A noi no, all'ambiente forse un po' di più. A me interessa la fine: se saranno davanti anche allora, saranno stati bravi».

Anche Rosselli, grande amico di Mancinelli: come Boniciolli e Ramagli, anche loro si incontrano a cena "in segreto". «L'ultima volta è stata tre giorni fa, alla cena del fantacalcio. Ci giochiamo in otto. Per ora Guido è primo e io terzo. Gliel'ho detto, quest'anno è già scritto: lui vincerà la A2 con la Virtus e il fantacalcio con la sua squadra».

(Foto di Fabio Pozzati)

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