Matteo Malaventura, ex di Fortitudo e Forlì, è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

Un parere sulla Fortitudo. Mi sembra una squadra ben fatta, coperta in tutti i ruoli, lunga e con gente di grande esperienza e di categoria superiore. E' attrezzata per poter ottenere la promozione in Serie A Poi ha Antimo in panchina, che conosco bene avendolo avuto come allenatore a Ravenna nella stagione 2015/16.
Già allora era un ottimo allenatore, molto preparato e molto disponibile. Una sua grande dote è la capacità di ascoltare, pur avendo la sua personalità e idee di gioco ben chiare. Ero convinto che sarebbe arrivato in una grande piazza. Con gli anni di gavetta fatti a Roma come vice a ottimi allenatori (Repesa, Gentile, Dalmonte, Boniciolli ndr), ha maturato la giusta esperienza per far bene anche in Serie A.


Il vero valore di questa Fortìtudo? Ha un gruppo di giocatore esperti, che sanno come vincere e che sono insieme da tempo. Penso a Mancinelli, a Cinciarini, a Rosselli. Poi l'arrivo di Leunen ha sicuramente potato un valore aggiunto importante. Benché sia un lungo, è un altro play in campo.

Che ricordi ha della sua esperienza in Fortitudo? Il tiro decisivo della serie contro Forlì rimane ancora un ricordo bellissimo. Fu la ciliegina sulla torta dopo una stagione da incorniciare. La Fortitudo è una squadra che ti entra nel cuore e che ti resta dentro. L'emozione di decidere quella serie di finale playoff fu incredibile. Avevamo già incontrato Forlì, battendola nella finale di Coppa Italia. Nella quinta e decisiva gara della serie, nel palazzetto romagnolo ricolmo di tifosi, mi arrivò la palla a tre secondi dalla quarta sirena, penetrai per tirare e sentii un fischio. Pensai che, male che fosse andata, avrei avuto due tiri liberi. Poi vidi il pallone toccare il ferro per tre volte ed infilarsi dentro il canestro di
Forlì. Vincemmo di 1 punto. E scoppiò la festa.


Il suo ex compagno Mancinelli sta avendo una stagione travagliata. Mancio è un giocatore che non si discute. Ha un talento incredibile e un'anima fortìtudina, così come Lamma era l'anima della nostra Aquila. La stagione è lunga. Mancinelli saprà dare tanto. Spero risolva i suoi problemi fisici: è un elemento di cui la Fortitudo non può fare a meno.


2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI