Il presidente del CONI Giovanni Malagò è stato intervistato da Francesco Saverio Intorcia su Repubblica, dopo l'approvazione da parte del governo del "decreto salva-CONI" che ha evitato all'Italia la sanzione del CIO.
Un estratto dell'intervista.

Ha vinto l'Italia, ha vinto lo sport. Fra noi è stato uno 0-­0. Anzi, visto il movimento che c'è stato in campo, un 3­-3. Le nostre richieste erano superiori, ma prendiamo atto di quanto deciso.
Il mio auspicio è che il testo venga migliorato in modo congiunto. Se uno si muove solo nel proprio interesse per segnare il 4-­3 poi rischiamo di finire 5-­5: uno speco di energie che non aiuta nessuno. Di sicuro 165 dipendenti non ci bastano, dovremo avvalerci di qualcosa.


Come cambiano le relazioni con Sport e Salute? Vi sorprendo: giovedì sera ho incontrato il presidente Cozzoli e si sono costruite le premesse per dialogare. Finalmente è diventato chiaro che il Coni e Sport e Salute sono due cose diverse, uno è un ente pubblico autonomo e indipendente, l'altra una società per azioni partecipata dallo Stato. Ritengo non solo giusto ma doveroso collaborare, ma senza assoggettamento. E non è vero che il Coni dovrà occuparsi solo della preparazione olimpica lasciando a Sport e Salute l'attività di base. Ad esempio, restiamo operativi sul territorio: i finanziamenti regionali, per legge, vanno al Coni. La realtà è che oggi abbiamo di nuovo le chiavi di casa: e dentro casa, nessuno può dirci cosa fare. Altrimenti siamo punto e a capo sul tema dell'autonomia.

Il Ciò aveva pronto il provvedimento di sospensione per l'Italia, ma il governo ha sempre sospettato un bluff. Il presidente del Cio Bach è stato lapidario. Chi ancora pensa che non saremmo stati sanzionati o non conosce il Cio, o non conosce Bach, o ha altri interessi. In Italia si sottovaluta sempre chi sta dall'altra parte: capita col Cio come con l'Unione Europea, pensiamo sempre che non succeda più di tanto, finché non siamo in un vicolo cieco. La realtà è che la politica spesso dimentica la gestione della realtà: le cose le capisci solo se sai anche come funzionano.

Si sente di escludere che possano essere ancora rinviate o cancellate le Olimpiadi? Al cento per cento. Bach è categorico e anche il governo giapponese. Non ci sono le condizioni tecniche per un rinvio: a febbraio 2022 ci sono le Olimpiadi invernali di Pechino

Gli atleti olimpici dovrebbero essere vaccinati prima degli altri? Non lo chiederemo mai e non lo vogliamo. Una persona anziana ha il sacrosanto diritto di essere vaccinata prima di un atleta di vent'anni. Ma forse una persona anziana può stare qualche giorno in più a casa senza uscire. L'atleta è obbligato a muoversi: non va a fare assembramenti, passa da aeroporti, spogliatoi, competizioni, contatti, per difendere la bandiera dell'Italia. La valutazione non deve farla lo sport ma la politica. Ci sono molti Paesi in cui già sappiamo che i nazionali sono in fase di vaccinazione.

Un anno fa lei invitava il calcio a fermarsi. Faccio grandissimi complimenti al calcio che ha avuto la forza di ripartire in piena pandemia: io ero scettico e hanno avuto ragione loro. All'epoca dissi loro di approfittare dello stop per affrontare problemi che sarebbero venuti a galla. In quel momento però avevano altre priorità.

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