L’attuale coach di Verona Luca Dalmonte, che in Fortitudo è passato un bel po’ di anni fa, è stato intervistato dopo la vittoria scaligera a Treviso da Enrico Schiavina per il Corriere di Bologna

“Che sia davvero una svolta è presto per dirlo. Se siamo guariti lo dobbiamo dimostrare nel tempo. Certo vincere a Treviso è stato molto importante”

Cos'è che non ha funzionato, prima? “Posso parlare solo del mio periodo, che è iniziato da neanche due mesi: è evidente che ci è mancata la continuità. Siamo stati discontinui all'interno della stessa partita, figurarsi sul lungo periodo. Ci è mancata la capacità di reagire quando gli avversari ti vanno via. In questo campionato può succedere spesso”.

Come ha trovato questa serie A2? “Nel nostro girone tutti possono vincere contro tutti. Guardate Recanati, era ultima ma si è messa a vincere, e anche prima ci andava spesso vicino. Da allenatore è stimolante, ogni partita è difficile da preparare perché trovi squadre diverse tra loro, chi ha un attacco molto organizzato e chi si basa sul talento. Poi c'è interesse, grazie alle grandi piazze. Bologna a parte, che è del tutto fuori scala”.

Il derby l'avrà visto... “Non in diretta, stavamo tornando da Roseto, l'ho visto dopo. L'attesa, il tam tam mediatico, lo si è percepito benissimo anche stando lontani. Bologna è questa, non c'è niente come il derby, ma proprio niente. Tra le tante belle immagini, quella che mi ha colpito di più è l'abbraccio tra Candì e Penna alla fine, col campo già mezzo invaso. Commovente”.

Avrà ripensato al suo unico derby guidato, e vinto, nel '96... “Passano gli anni, ma certe emozioni rimangono. Quella partita rimane lì, stampata, diversa da tutte le altre. Io di derby credo di poter parlare: a parte i cinque anni alla Fortitudo, ho vissuto Cantù-Milano, Roseto-Teramo, Avellino-Caserta, e pure Fenerbahce-Galatasaray. Ma nessuna di queste sfide vive nella quotidianità come Bologna”.

La Virtus ormai è la favorita promozione? “Diciamo che è stata la squadra migliore fin qui, prima con ampio margine e con grande merito. Se poi ora l'obiettivo è la promozione, lo sanno solo loro”.

La Fortitudo? “Ancora in evoluzione. Ripeto quello che dissi a Boniciolli l'anno scorso, la vedevi e l'avresti riconosciuta anche se avessi messo una maschera a tutti, tanto forte era l'identità che gli aveva dato. Al completo sarà senz'altro da corsa, adesso non si può giudicare”.

Domenica che gara sarà? “Importante, per tutte e due. Noi che abbiamo vinto a Treviso e preso fiducia, loro che hanno perso il derby ma giocandoselo fino all'ultimo”.

A Verona c'è pressione? “Il pubblico ci segue, c'è uno zoccolo duro che al palazzo non manca mai anche se è una stagione strana. Dopo aver perso male a Roseto ho parlato di salvezza, sapendo che la squadra era partita pensando a ben altro, ma in questo mestiere può capitare anche di dover mettere le mani nella melma, senza vergogna. Poi c'è tempo per cambiare tutto, ma da qui a diventare la mina vagante dell'A2 passa molta strada, tutta ancora da fare”.

LA PARTITA TRA VIRTUS E IMOLA IN DIRETTA SU TRC
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE