Un quarto di studio, uno per prendere meglio le misure, uno per correre via e uno per gestire. L’euroesordio della Virtus in Lituania diventa lentamente una passeggiata, un po’ per meriti propri e un po’ per l’evidente inadeguatezza dei padroni di casa. Che nel secondo tempo poco ci manca che si facciano autocanestro, per quanto disastro riescano a mettere sul campo. E alla fine, con Teodosic rimasto ai box, tutto diventa un lungo garbage time a tanti chilometri da casa. Poteva essere insidioso, non lo è stato.

Ci vogliono 17 minuti 17 per giocarne 3 effettivi, tra problemi al tabellone, varie ed eventuali. E la cosa raffredda la Virtus più di quanto non faccia il Lietkabelis: Vinales scappa sempre, 11-3, e Djordjevic cambia il 60% dei suoi partenti per avere una scossa. Ce l’ha inizialmente da Abass e dalla difesa di anticipo a metà campo, ma faticando a gestire i giochi play-pivot dei lituani è grasso che cola, con tripla di Alibegovic allo scadere, se al 10’ è solo 19-24.

Spentosi il Kyle di casa, la Virtus cresce sia davanti che dietro. Davanti, specie quando si cerca di ragionare e di girare la palla senza cercare a tutti i costi il passaggio decisivo. Dietro, lasciando sì qualcosa al gigantesco Maric ma limitando gli altri ad orrende parabole dalla lunga. Arriva il sorpasso, e tra fagiolate varie sotto le plance è 36-35 Virtus al 20’.

Il tabellone continua a dare problemi, l’arbitra tedesca Anne Panther passa tanto di quel tempo al tavolo, assieme agli altri due fischietti, da chiedersi se in realtà non stiano cercando di ordinare due pizze (lituane?) per una fine gara che pare lontanissima. Si addormentano anche le squadre, e il terzo quarto pare una lunga melina dove non segna nessuno, per un bel po’. Poi il gallo canta per Abass: 10 di fila, e con Adams ad azzerare Vinales è automatico il breakkone. I lituani sono inguardabili, e l’azione da screenshotare è l’ultima, con la possibilità dell’unico cesto su azione del quarto che viene abortita da Barnies che si autostoppa. Solo 3 punti concessi su tiro libero, ed è 53-38 al 30’.

Il primo cesto lituano del secondo tempo arriva dopo 12 minuti e mezzo di gioco, e sul 60-38. E’ solo un attimo di alleggerimento: Djordjevic chiama timeout subito, tanto per far capire che almeno una qualche azione di attenzione serve prima di andare a fare doccia, e poi buon Badedas (o quel che è) a tutti: si sfiora il trentello, poi il Liet si riavvicina un po’, ma è solo statistica.

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