Non ci fosse stata quella botta presa da Daniel nel finale (il parquet di Castellanza sarà da rifare, visto il buco), la domenica lombarda della Fortitudo sarebbe stata la più dolce possibile. Magari non strafando, ma gestendo il vantaggio iniziale senza mai davvero permettere a Legnano di credere alla rimonta. Certo, nel secondo quarto qualche titubanza c’è stata, ma dopo l’intervallo non è che ci sia stata poi tutta ‘sta partita, con i padroni di casa a sbattersi ma dando l’idea di essere, davvero, una cerbottana d’acqua contro un muro. Poi chiaro, giusto che Boniciolli faccia capire che l’atteggiamento deve essere costante e non ci si può addormentare sugli allori. Intanto, però, a Legnano di oche morte non se ne sono viste, e dato che la cosa in altre trasferte era quasi abituale e inevitabile, allora solo applausi per la Fortitudo.

Che ha giocato una partita come quelle che si vedevano lo scorso anno, ovvero con la possibilità di ruotare dieci giocatori (anche se, per chi ci leggere da anni, è normale dire che i solo 2’ concessi a Quaglia sono lesa maestà) e di poter quindi tenere alta la difesa per tutto il tempo. E lo dimostrano i microfoni di Sky, a beccare il coach legnanese spiegare alla propria squadra che le cose solite, ecco, contro la Fortitudo non si potevano fare. E segnali di crescita da parte di tutti: Amoroso sbuffa e spreca ma alla fine infila anche la sua prima tripla (dopo nove ferri) dal suo arrivo a Bologna, Flowers torna ad essere un giocatore di basket dopo infortuni e lunghe convalescenze, e Daniel continua a dare l’impressione che, a dargli palla ad ogni azione, ci sarebbero trentelli in tutte le occasioni. Questa è la squadra che il coach vuole vedere, al di là delle giuste necessità di restare sul pezzo ad ogni istante della gara: però, di certo, l’impressione è che a novembre una partita del genere non la si sarebbe giocata, poi il resto vedetela voi.

Alla fine, Bologna riprende i punti persi in casa con Trieste, restando ben ancorata al gruppo delle prime otto. Ovvio, che a ripensare agli interrupti visti fin qua c’è da sbattere la testa contro il muro. Ma con tutti questi margini di crescita, Boniciolli dovrà mettere la foto di Alberto Cova nello spogliatoio dei suoi, e magari spiegare chi era: uno che arrivava allo sprint finale, dopo quasi diecimila metri di corsa, molto ma molto indietro. E però vinceva lui.


Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore - Il black power, con i balzi di Daniel, la concretezza di Flowers e la solita difesona di Raucci. Tutto il resto, rimasto ottimamente sopra la sufficienza.

Ne abbiamo avute di occasioni perdendole - La sfortuna finale. Italiano pareva ottimista dopo il guaio muscolare, chissà ora Daniel.

PROGRESSO MATTEIPLAST, BRUTTA SCONFITTA A VIAREGGIO
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE