Luca Ansaloni, responsabile Tecnico del Settore Giovanile di BPER Banca Virtus è stato ospite nella diretta social di “Dinamo Talk, il Top del settore giovanile”.

Di seguito un estratto dell’intervista:

Sulla carriera e sulla scelta di guidare il settore giovanile“Scegliere di guidare il settore giovanile è una decisione maturata in base alle diverse proposte ricevute. Ho avuto la fortuna di provare molte esperienze a livello di allenatore. Mi sono trovato subito benissimo a lavorare all’interno dei settori giovanili. E’un  lavoro stimolante, che mi piace davvero tanto. E’ importante creare da subito il giusto feeling con i giovani atleti che si vanno ad allenare, così come è fondamentale avere i contenuti da insegnare ai ragazzi. E’ necessario proporre sempre il massimo ed avere tanta esperienza nell’insegnamento, dal punto di vista tecnico e umano; questo deve essere il punto di forza.”

Sul tipo di giocatore da crescere all’interno del settori giovanile: “L’obiettivo è quello di aiutare il ragazzo a diventare in campo un giocatore pensante. Posso dire senza dubbio, che la scuola Virtus ha sempre prodotto giocatori facilmente riconoscibili, i tratti distintivi del settore giovanile bianconero sono sempre stati ben visibili, questo per merito di allenatori come Giordano Consolini e altri che sono transitati in Virtus. Un’altra caratteristica importante è quella comportamentale, sia in campo che fuori, per dare una identità ben riconoscibile a tutta la struttura del settore giovanile. Infine, più allenatori di buona qualità si alternano all’interno di questo sistema, più i giovani entrano in contatto con allenatori bravi, e più sarà facile raggiungere un ottimo risultato. Importante è fidarsi gli uni con gli altri, tralasciando egoismi o la voglia di allenare a tutti i costi un determinato gruppo di giovani.”

Sulla esperienza nel settore giovanile e i suoi cambiamenti: “Il cambiamento più grande è la sistematicità nella parte del lavoro fisico. Da responsabile tecnico devo consolidare e incrementare il lavoro fisico dei giovani, che è ormai una componente fondamentale della pallacanestro attuale. Non si può pensare di giocare a Basket ad alti livelli senza sviluppare nel migliore dei modi le capacità fisiche, non basta più la sola tecnica per affermarsi ad alto livello. In più è importante mantenere alto il livello di velocità e di aggressività in difesa e di esecuzione in attacco, non solo negli schemi ma anche di movimenti e di idee di giochi, con e senza palla. E’ importante fare tutto al massimo dell’aggressività e della velocità, per prepararli alle richieste dei Coach Senior che li alleneranno in prima squadra. Concludo dicendo che, nelle varie categorie dei settori giovanili, è importante dare anche delle nozioni di schemi, che i giovani giocatori assimileranno una volta aggregati alla prima squadra, ed è quello che personalmente ho cercato di fare con l’U18 di Virtus. Il nostro compito è prepararli a quello che troveranno fuori”.

Il confronto con l’estero e la differenza con i settori giovanili italiani: “Ognuno ha il suo percorso di crescita. Dal mio punto di vista, avere la possibilità di allungare il percorso nel settore giovanile è la cosa migliore; questo perché abbiamo tanti casi di giocatori, soprattutto tra quelli più alti che necessitano un po’ più di tempo per esprimere tutte le potenzialità tecniche e fisiche. Se anticipiamo e forziamo i tempi sulla parte tecnica per agevolare quella tattica, si rischia di rallentarne la crescita. I giocatori in grado di emergere già a 16 anni ci saranno sempre, ma dobbiamo anche pensare a quei giocatori che sono arrivati alla ribalta più avanti con gli anni. Prima la tecnica, la tattica si prepara prima di entrare in prima squadra.”

Sulla conoscenza dell pallacanestro nel settore giovanile e sull’insegnamento: “Come allenatori dobbiamo sempre avere presente che ci sono tante componenti su cui dobbiamo lavorare. Ogni giocatore è diverso l’uno dall’altro. Ogni giocatore ha bisogno di cose differenti. Siamo noi allenatori che dobbiamo essere bravi a capire come valorizzarli e di che cosa hanno bisogno per crescere al meglio.”

Su Cappelletti e su Pajola: “Pajola è un prodotto del settore giovanile Virtus, un ragazzo eccezionale. Lotta e conquista ogni cosa in campo, così come in difesa ti fa sudare ogni centimetro conquistato contro di lui. Vuole sempre migliorare e adesso è nella fase in cui i miglioramenti sono evidenti giorno dopo giorno. Il fatto di avere avuto due fenomeni nel suo ruolo come compagni di squadra è stato sicuramente importante. Nel caso di Cappelletti, che ho avuto contro quando allenavo in A2, ho avuto modo di apprezzarne le doti. Si capisce che è un ragazzo con delle qualità.

Le doti principali per lavorare in un settore giovanile: “La dote principale è la conoscenza. Un allenatore deve avere tanta conoscenza e saperla mettere in pratica. Anche la parte didattica è importante, soprattutto il modo in cui si insegna. E poi c’è la parte di empatia e di costruzione del rapporto con i ragazzi, diventare una guida con messaggi positivi che portino ad una crescita continua, fa si che i giovani atleti ti seguano costantemente.
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