Per vedere qualcosa di vincente deve passare dal Paladozza, Joey Saputo, dopo lo sdrucciolevole pareggio che ha portato il Bologna nella zona retrocedenda della serie A. La prima casalinga ad orario canonico delle 18 domenicali non è la migliore delle Fortitudo possibili, che con troppi protagonisti sotto tono alla fine la porta a casa con il solito copione interno: giochicchiando col fuoco, andando anche sotto (poca roba, ma andando anche sotto), e sfruttando il canonico tecnico contro la propria panchina dopo del quale tutto l’ambiente si sveglia e aiuta a girarla. Poi magari si dovrà far presente che anche giocando malino di grossi patemi non ce ne sono stati, e allora difficile capire come fermarla, ‘sta squadra.

Premiato e ovazionato l’ex Gandini, si parte con fin troppa limpidezza, correndo e facendo 10-2 nell’immediato. Tutto troppo fluido, così quando Ravenna si mette a giocare, segando un impreciso Smith per un Montano non in modalità ex Fortitudo, la partita diventa più equilibrata, fino al 23-21 del 10’.

Striscione fossaiolo pro Cantù (“Da chi ci è passato e sa cosa provate in bocca al lupo Eagles, non mollate”), plauso dello spicchio ravennate a Martino, impatto ravennate ma immediata replica interna con le non attese triple di Benevelli. Attacchi più che difese, Bologna che ha qualcosa in più di una Ravenna corta, è quasi inerzia quella che porta al +8 (46-38), arrotondata al 48-40 del 20’.

Camomilla e non thè nel thermos a metà campo, e la F rientra senza capirci molto, cercando appoggi in area che Pini prima e Mancinelli poi divorano crudelmente. Ravenna fa pari a quota 50, mangia altrettante possibilità per mettere il naso avanti, e per quanto fluida era prima, ora tutta la partita diventa viscosa. Tirotto alla gamba per Hasbrouck che esce, e salvifica nuova tripla di Benevelli con successivi tecnici a Mazzon e Cardillo per far blandamente rifiatare Bologna. Un’altra castagna dal fuoco la esce l’altrimenti statico Leunen, Smith non la mette mai, 59-56 al 30’.

Tecnico a Martino nell’intervallino, tentativo abortito di riproporre Lassie, e parapiglia Cinciarini-Montano che sveglia il bolognese, non capta la benevolenza per l’ex e fa aumentare i decibel della platea intera. Basta e avanza per chiudere anche questa con parziale di 16-5 che fa entrare la gara negli ultimi 2’ con divario in doppia cifra e, quindi, poco altro da segnalare. E’ arrivata la nona, pur senza particolari lucchii, ma va bene lo stesso.


( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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