Nemmeno la mano del Maestro Comuzzo serve per far trovare la vittoria ad una Fortitudo che se da un lato prova anche a difendere, dall'altra parte dimentica in tutti i modi quello che sia l'attacco, contro una Bilbao orrenda (2-12 il record tra campionato e coppa fin qua per loro) e, come la Fortitudo, menomata: fuori Banks e Cusin da un lato, fuori guardia e centro titolare dall'altro. Ma nel finale, senza l'infortunato Fantinelli (fastido alla pianta del piede, sarà rivalutato domani), tutto è tornato nel pieno dell'anarchia. Stavolta non si può dire che sia mancata la voglia, ma è stato come, a voler provare a difendere, sia mancato l'ossigeno per attaccare. Alla fine, sconfitta come solito.

Il trio Carraretto-Dalmonte-Pavani in tribuna, e in campo due squadre che si rispecchiano, tra sconfitte recenti e assenze. E sarà la voglia di dimostrare qualcosa, sarà l'iniziale inconsistenza di Bilbao, sarà quel che sarà, ma il primo quarto esce con buon impatto difensivo e, in area, con servizi che Happ e Totè convertono facilmente contro il lunghissimo ma legnoso Dos Anjos. 16-8, prima di un lento rientro, ma chiudere un quarto 18-15, con così pochi presi, è roba da far nevicare.

Qualche buco difensivo che porta Bilbao a facili appoggi e al sorpasso (20-21) c'è, ma basta un timeout del Maestro Comuzzo e una tabellata da 3 di Mancinelli per evitare che l'inerzia vada oltre i Pirenei. Ritmi meno veloci, perfino qualche raddoppio e scivolamento, e buon momento di fine frazione che permette alla Fortitudo di chiudere avanti 41-35.

Tra gli imbarazzanti centimetri sprecati dei lunghi baschi e la non certo rinata verve bolognese, lo spettacolo sarebbe di quelli per cui mandare a letto i bambini, ma il problema F è che l'attacco si pianta, e dietro è tanta roba che almeno arrivino falli non sempre convertiti con precisione ai liberi dagli avversari. L'attacco torna a giocare al primo che ha la palla ci prova, e come in tante occasioni serve la classica sirena in stile gong per chiudere l'orrore: 46-52, che è 3-17 di parziale dopo il primo, effimero, appoggio di Happ.

Prova a dare una scossa Fletcher con due recuperi per togliere dal canestro un ragno che ormai ci aveva costruito casa pure per i nipoti, ma si rincorre sempre prima che le infinite regalie basche diano il margine per impattare a quota 58. Saunders sorpassa, ma è una roba agghiacciante tra squadre che non sanno come si vince una partita, con Aradori a forzare fin troppo senza mai prendere la mira e Brown a fare +1 a 40" dalla fine. Happ si mangia una roba atroce in solitaria, poi un antisportivo a Fletcher chiude, di fatto, la faccenda. E un in bocca al lupo, a Dalmonte, che deve essere grande come tutta la città, perchè ne ha bisogno.

(foto BCL)

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