La più classica delle ordinarie amministrazioni, per una Fortitudo che se non trova davanti a sé una difesa che cerchi anche soltanto di limitare i ribaltamenti o che abbia una prima linea credibile può tracimare in totale semplicità. Piacenza non scende al Paladozza con le infradito, ma non sembra credere di potercela fare, e facendo subito il break per i biancoblu tutto il resto della gara è un lungo gestire la questione lasciando sguarnito il reparto cardiologia, oggi, a differenza di quanto successo domenica a Ravenna. Una in meno, alla prossima.

Si parte con Piacenza che assale il canestro al primo passaggio, con conseguente non copertura dietro e Fortitudo che, un lancio e via, segna ad ogni possesso senza nemmeno bisogno di organizzare giochi offensivi. 16-6 dopo 4’: i titolari scavano il solco, il secondo quintetto lo difende senza andare oltre, ed è 23-14 al 10’.

Con la nuova sirena del Paladozza che ricorda quelle dei transatlantici che solcavano le nebbie di Southampton per riportare Candy Candy dalla Royal Saint Paul School alla casa di Pony, Bologna continua a faticare quando mostra il suo lato B, e Piacenza – continuando di fatto il suo gioco offensivo di arrembaggi e amen – tocca il -4 con ulteriori velleità di ricongiungimento. Martino deve tornare dai soliti 5: qualche disattenzione a rimbalzo, ok, ma l’attacco torna a girare con la giusta logica, Pini fa collassare la difesa ospite e Hasbrouck punisce da lontano, e si torna a veleggiare di semplicità fino al 50-36 del 20’.

Continuando a girare la palla in modo e maniera tale che la già statica difesa piacentina non riesca a stare dietro ai vettori porta assist, la Fortitudo va a segno come vuole: avvicinando il canestro con Rosselli, spanierando da fuori con il ritrovato Cinciarini. 73-48 prima, 78-56 al 30’.

Piacenza alza bandiera bianca e sogna l’immediata fuga verso le docce, ma la Fortitudo ha troppa necessità di rimettere in forma Delfino per entrare subito in modalità garbage: devono passare altri 5’, con un parziale di 16-2, per fare 94-58 e dedicarsi al mandare in campo gli infanti. Troppo facile, anche se i cinni qualcosa lo sbagliano prima di fare i loro gol, ma chissenefrega.


( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

1400 ISCRITTI PER IL CANALE TELEGRAM DI BOLOGNABASKET
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI