Quasi pronti a raccontare di come potesse essere ingiusto il basket, visto come per 40’ la Virtus aveva lottato oltre i propri limiti contro una inguardabile ma più talentuosa Sassari, e scialacquato nelle ultime battute un microvantaggio per chiuderla, alla fine lo stesso basket si è dimostrato generoso e corretto, ridando nel supplementare ciò che stava togliendo. E alla fine è la vittoria dell’orgoglio e del coraggio, di una squadra con Ray fuori, con Williams a poco dal Marconi (Fells potrebbe essere ufficializzato a breve), e con tanti altri acciacchi sparsi qua e là. Però alla fine a chiudere le partite ci sono anche gli attributi e il collettivo, a dimostrazione che questa Virtus sarà anche scalcinata, ma forse darla morta e sepolta in anticipo non è la cosa più giusta del mondo. Seconda vittoria in stagione, ma con tanta di quella adrenalina che, chissà, non possa essere l’inizio di una vita nuova.

Valli va di quintettone, con Fontecchio e Odom a fare da 2 e 3, e in un florilegio di palle perse collettive, però, Bologna non parte malissimo perché la palla un po’ gira, Mazzola sa dove andare a far male contro una Sassari molle e confusa, e si fa 15-8 al 6’. Il problema però nasce al ribaltarsi delle panchine, perché Sacchetti ne ha tanti e Bologna un po’ meno, per cui è un attimo fare 12-1 esterno, con Alexander a farne 7, e svuotare tutto il prodotto interno virtussino. Buon che De Vecchi sulla sirena regala due liberi a Fontecchio, ed è 20-18 Sassari al 10’.

La Virtus non gioca male, sfrutta in attacco le tante dormite sarde con conseguenti messe di tiri liberi guadagnati, e riesce a recuperare dal -6 (figlio di zona bucherellata tra triple e rimbalzi offensivi) con altra spallata di 8-0. Sassari è solo Logan e Alexander, ma basta e avanza per provare a prendere il largo quando la qualità offensiva virtussina inizia a scendere. 41-34 ospite, poi è più casualità che altro se altri tiri liberi portano la Virtus a erodere qualcosa per il 41-37 Sassari del 20’.

Si torna in campo concentrati, andando subito a raccogliere il quarto fallo dell’inesistente duo Eyenga-Petway, e sfruttando l’inesistente difesa del burroso (dietro) Alexander su Pittman. Però Sassari, quando non sa cosa fare, trova sempre una tripla, sia di follia (Logan) e chi di giro di palla (Sacchetti e Stipcevic), così a farne di qua due e di là tre, Sassari allunga pur mantenendo sempre l’impressione di tante individualità che improvvisano di volta in volta. 65-58 al 30’.

Non segna più nessuno, ma quel poco di briciole che ci sono sul campo le raccoglie la Virtus, che tra Odom e Pittman riesce a recuperare piano piano fino ad arrivare alla parità a 5’ dalla fine. Sacchetti (senior) prova a tornare da qualche titolare sparito, ma la chiave diventano due falli filati di Pittman che portano a quota 5 e alla panca definitiva. Finita? No, perché arrivano i 2+1 di Gaddy e Odom a non far perdere la speranza di portarla a casa, arrivano difesone di Fontecchio e Gaddy, Williams fa solo un libero per il +2, Mazzola fa fallo su Haynes a 2” dalla fine, parità, supplementare.

Senza Pittman e Mazzola, annusandosi un sudore che si sperava non dover ulteriormente spremere, la Virtus potrebbe collassare e piangere sul latto versato, ma non si tratta proprio di questo, anzi. Logan non riesce più a vedere palla, ci mettono del proprio anche Williams e Cuccarolo, Odom diventa protagonista, ed è 8-0 in un amen. Ci potrebbe essere la paura del finale, ma a semichiudere la questione è Eyenga, ad impazzire dopo un fallo beccato ed espulsione. Diventa 89-80, ma arriva il braccino, il 7-0 di break che rischia di riaprirla, fino alla tripla finale di Vitali. 92-87, gioia e ultimo posto (almeno in solitudine) abbandonato.

IMOLA SCONFITTA IN CASA DA BRESCIA
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE