LA SCOMPARSA DI DARIO DANIELLI.

LA PASSIONE DISINTERESSATA PER LA FORTITUDO DI UN VERO GIGANTE.

Siamo davvero molto tristi per la notizia della morte del caro Dario Danielli, un papà per la Fortitudo e per tutti i fortitudini. Uno degli ultimi testimoni di un tempo eroico, in cui la Fortitudo viveva soprattutto per la passione e i sacrifici di chi la guidava. Un tempo che in tanti rimpiangiamo.
Dirigente storico della Effe Scudata fin dagli anni '50, ha vissuto per 40 anni l'avventura di una squadra che dalla serie B era arrivata ai vertici del basket europeo.
Per tanti anni consigliere della Casa Madre S.G., sempre disponibile per qualsiasi incarico avesse necessità la sua amata Fortitudo, che è stata la sua seconda casa (o forse la prima, come amava dire lui).
Sempre elegantissimo - d'altronde era il proprietario del negozio di abbigliamento in via Ugo Bassi che portava il suo nome - non si tirava indietro se c'era da guidare il pulmino dei ragazzi da Parigi a Bologna o verso la sede del ritiro pre-campionato.
Di aneddoti su Dario ce ne sarebbero a decine, se non di più: dall'acquisto di Pierone Angelini nel 1964, fatto con i soldi della liquidazione della moglie, al celebre diverbio con Cazzola - presidente della Virtus - che voleva essere rimborsato per il vestito sporcatogli dai tifosi ("Credo che io e lei non abbiamo mai mangiato i fagioli assieme"), fino agli scherzi goliardici di cui fu vittima per mano del magnifico duo Esposito-Fumagalli, ma sempre vissuti con la sua innata simpatia.
Dario era anche un grande amico del "Fortitudino" e finché la salute glielo ha consentito non è mai mancato ad una nostra serata, sempre felice e commosso di riabbracciare i giocatori che lui aveva visto crescere e diventare dei beniamini del tifosi. Ci mancherà tanto.

CIAO DARIO, RIPOSA IN PACE.
TU LO SAI CHE SARAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI

Il Fortitudino

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