Le parole di Meo Sacchetti, alla presentazione davanti a stampa e tifosi.

Saresti dovuto essere al Preolimpico con la Nazionale. “Non mi aspettavo una cosa così. So quale è la passione per il basket e per la Fortitudo qui a Bologna. Dicevo, a collaboratori e dirigenti, che torno qua dopo 40 anni: sono stato giocatore nel Gira, ora sono allenatore, e so quale è il valore della pallacanestro qua. So quale è il dualismo con la Virtus, ma per me è bello tornare in un posto dove è iniziata la mia carriera di alto livello. Ho avuto vari allenatori bolognesi: Ettore Zuccheri, il primo avuto, e che mi ha cambiato la carriera vedendo in me qualcosa che gli altri non avevano visto. O Lino Bruni, ai tempi del Gira. O Beppe Lamberti. Devo ancora calarmi nel mondo della Fortitudo, che pare qualcosa a parte rispetto al resto del basket: è qualcosa di viscerale, entra nella pelle, mai conosciuta personalmente ma chi me l’ha raccontata mi ha sempre fatto capire che è un attaccamento importante. E’ stato veloce venire qua, non avrei potuto dire di no in un momento in cui non avevo sicurezze, questa è una opportunità che non so se mi sarebbe potuta ricapitare, so di venire in una società che ha ambizioni, vogliamo vincere, ora cerchiamo di costruire la squadra. Mi conoscerete, non sono un tipo particolarmente aristocratico, ho una faccia sola, e spero di imparare a conoscere tutti: non sarà un lavoro facile, portare fuori i valori della Effe ed esaltarli, ma mi stimola. Vivo molto di sogni, fin da quando ero bambino, nessuno mi ha mai regalato niente: non potevo essere un giocatore di alto livello ma ci sono riuscito con la forza della volontà, da allenatore nessuno credeva che sarei arrivato fin qua, dopo aver allenato davvero in tutte le categorie. E spero in un futuro radioso”

Che tipo di squadra ha in mente? Si parla di solo tre stranieri. “Intanto ci sono stati gli innesti di Sabatini e Totè, oltre a Banks. Manca ancora qualche pezzo, ci piacerebbe avere giocatori italiani felici di venire a giocare in Fortitudo. Abbiamo dei contatti, non diventiamo pazzi sotto questo aspetto: vogliamo gente entusiasta a venire qua, non sarà facile, ma qui c’è un trasporto diverso. L’idea è di 3 stranieri, ma con la possibilità di altri inserimenti. Se ci saranno giocatori italiani che faranno al caso nostro volentieri, altrimenti straniero”

Le caratteristiche dei giocatori che vorrai, e della Fortitudo che hai in mente? “Un 4 molto atletico, poi qualcuno che possa essere un jolly e giocare da 2-3. Tre tasselli li abbiamo messi, non abbiamo fretta per inserirne altri, lavoriamo per le migliori soluzioni possibili”

Nella scorsa stagione c’è stato un po’ di rammarico per alcune partite perse quasi mollando. “Intanto serve il rispetto verso il lavoro di Antimo, non entro nei particolari. Logico che questo può essere stato fastidioso, ma è qualcosa di passato. Martino con una neopromossa ha fatto un ottimo lavoro, alti e bassi ci stavano”

Ct della Nazionale e capocannoniere: quali sono gli obiettivi della Fortitudo? “Non sono uomo da proclami, cerchiamo di mettere dentro pezzi importanti. Non saremo a livello delle prime quattro, ma ci piacerebbe essere a ridosso. E ogni tanto fare qualche exploit, la storia insegna che ci sono valori importanti a decidere i campionati ma non sempre lo scudetto lo vince la più forte. Ci possono essere sorprese, a noi piacerebbe esserlo.”

Banks, Aradori e Sims, tre tenori? “Serve qualcuno che difenda anche per loro… Abbiamo Fantinelli che ha grossi margini di miglioramento, Sabatini che fa dell’aggressività il suo punto di forza: oltre alle prime punte servono anche giocatori solidi”

C’è stato un confronto con Aradori? “Io con Pietro ho avuto uno screzio, ci siamo parlati, io sono un allenatore e una persona a cui piace spiegarmi, ora la storia è finita. E’ un giocatore importante, abbiamo avuto problemi su certe scelte, ma la storia va avanti”

Hai fatto grandi cose con squadre ‘periferiche’. Quale è qui la tua missione? “Trasformare tutta questa energia sul campo, in modo da ottenere risultati. La squadra è fatta per raggiungere risultati, cercheremo di fare il nostro meglio e speriamo che il nostro meglio sia alto. E’ una sfida anche per me. Ho avuto altre squadre, questa per storia e importanza è diversa dalle altre. Sassari lo è diventata dopo il mio arrivo, è cresciuta molto nel tempo, la Fortitudo è già grande”

Sono usciti vari nomi, nel mercato. “Ne seguiamo tanti, non stiamo a citarli altrimenti si alza il prezzo. Saunders lo conosco bene, ma stiamo valutando anche altre posizioni”

Che impronta avrà la tua squadra? “Abbiamo giocatori che fanno canestro, a me piace molto correre e avere molti possessi. Servirà anche qualcuno che si sbucci le ginocchia per non correre sempre dopo un canestro subito, ma chi vuole raggiungere qualcosa di importante sa anche sacrificarsi per ottenere risultati. Meglio essere parte di una realtà vincente da comprimario che non essere un primo violino senza vincere. La gente ha cambiato idea sul mio ruolo quando alle Olimpiadi fermai Belov: lui fece 24 punti, ma quando si vince anche la piccola rotellina è importante. Altrimenti si possono fare tanti punti ma senza soddisfazioni”

Tu sei un po’ la bestia nera della Virtus. “Mi hanno preso per questo... A parte gli scherzi, si sentiva la mancanza della Fortitudo quando non era in serie A, perché era una ribalta non solo per Bologna ma anche per tutta Italia. Giusto che ci sia rivalità, ma penso siano contenti anche alla Virtus che ci sia una Fortitudo di alto livello, e viceversa. Battere una Virtus forte potrà dare ancora più soddisfazioni. Marco Sanguettoli ha fatto tanto in Virtus ed è stato mio testimone di nozze, Roberto Brunamonti mio compagno di stanza in Nazionale: terrò i rapporti con loro lo stesso… ricordo le maglie sul grande freddo o su odio il brodo, questa è la rivalità che mi piace. Quando giocavo contro la Virtus mi davano dell’obeso, ora sono dimagrito.”

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92