Riportiamo un lungo post apparso sulla pagina FB del giornalista Roberto Gotta, che ricorda l'arrivo dell'NBA al Paladozza nell'autunno 1982.

Settembre (settembre?) 1982, precampionato, arriva la notizia che una selezione di giocatori NBA, sponsorizzati dalla Moto Malaguti, le celebre ditta con sede a San Lazzaro (Bologna), sfiderà al Palasport di Piazza Azzarita (poi PalaDozza) la Fortitudo, al secondo anno di sponsorizzazione Latte Sole e dunque con l'anomala - ma originale e a mio avviso memorabile - maglia biancoverde col sole che spuntava sopra la scritta. Da ragazzino appassionato di basket e di basket americano corro - non so dove e come - a prendere i biglietti, anzi IL biglietto perché già all'epoca preferivo vedere gli eventi sportivi da solo, senza conoscenti attorno. Bisogna dirlo: era un periodo in cui di NBA in tv si vedeva pochissimo e dunque prendevamo per buono tutto, pensando ad esempio che chiunque avesse vestito una canotta NBA anche solo per pochi giorni fosse infinitamente superiore ai giocatori del resto del mondo. Ora sappiamo che non è così, e io personalmente provo imbarazzo nell'avere avuto ammirazione per alcuni giocatori dimostratisi poi grandi atleti e nulla più, ma chi ha vissuto la metà degli anni Settanta e seguenti si era costruito un'immagine in oscillazione tra mito e leggenda perché non confermata - e soprattutto smentita - dai fatti. Anni Settanta in cui la scoperta del basket americano era stata un'avventura, come per tutto quello che non fosse calcio italiano. A Bologna - e non solo, ovviamente - c'erano state in alcuni cinema le proiezioni di nastri con partite di college e - ricordo in modo specifico - un torneo Pizza Hut, per iniziativa di Giorgio Gandolfi e Guido Bagatta, e sembrava tutto bellissimo ma nessuno di noi aveva gli strumenti per capire realmente lo spessore tecnico di quello che vedevamo, e comunque il bagliore di quel mondo lontano appiattiva la capacità di giudizio, per chi anche l'avesse avuta. Le rare partite trasmesse in tv (da Prima Rete Indipendente, PIN, dal gennaio 1981, da Canale 5 dall'ottobre successivo) erano in genere scelte - o forse non scelte ma imposte - con cura, e se non sbaglio la primissima fu Boston-LA Lakers dunque con l'eccellenza dell'epoca, ma personalmente ero più attratto dalle squadre di secondo piano e di città meno note, e con esse dai loro giocatori.
Fu così con moltissima curiosità che cercai la lista di partecipanti: in assenza totale - o non presenza, perché non può essere assente ciò che ancora non esiste - di web, credo di averla trovata su Superbasket, che tornava in edicola proprio a settembre, o forse sul Resto del Carlino. Non c'erano Magic Johnson o Larry Bird ma c'erano comunque grandi personaggi: Tiny Archibald e Kevin McHale dei Celtics, Kelly Tripucka dei Denver Nuggets, Alex English dei Denver Nuggets, Herb Williams degli Indiana Pacers, Reggie Theus dei Chicago Bulls (era lui l'idolo locale, Michael Jordan stava iniziando il secondo anno di college), James Donaldson dei Dallas Mavericks, Michael Ray Richardson dei New York Knicks, che sarebbe poi passato a Golden State in ottobre. Ecco, proprio lui, che sarebbe poi tornato a Bologna sei anni dopo. Era uno dei più noti e dopo essermi piazzato all'ingresso giocatori del Palasport gli chiesi il permesso di fotografarlo (una cosa che oggi non farei mai), ed eccolo nella prima foto. Era con la moglie, e apparentemente in grande forma. Fotografai, con un flash e pellicola non eccelsa - e si vede - anche McHale, English, Clyde Bradshaw che dopo essere stato protagonista a DePaul (Final Four 1979, sconfitta in semifinale contro Indiana State di Bird) era uno dei due americani della Fortitudo. L'altro era Fred Roberts, seconda scelta di Milwaukee, appena uscito da Brigham Young. 13 anni dopo Roberts sarebbe diventato (moderatamente) famoso per essere l'unico giocatore nella storia ad essere stato compagno di squadra sia di Magic Johnson sia di Bird. Fu l'anno in cui la Fortitudo non riuscì a salvarsi, in cui Bradshaw fece benino senza però avere continuità nel tiro da fuori - era una point guard, o playmaker come si diceva all'epoca - mentre Roberts, che era un'ala forte con tiro dalla lunga distanza, fu costretto troppo spesso a giocare spalle a canestro. Per assurdo, quella sera al Palasport di Piazza Azzarita si cercò di intuire qualcosa, dei due, anche in un contesto palesemente falsato come quello della sfida ai giocatori NBA, che non poteva dare alcun responso valido. Ricordo poco della partita in sé, che partita fu per modo di dire perché da un lato c'erano giocatori di livello alto ma fuori forma e dall'altra una squadra che aveva altri pensieri ma cercava di non fare brutta figura, non prendere troppi contropiede e schiacciate, e una di queste - di Theus, con Massimo Iacopini e (probabilmente) Andrea Dal Pian della Fortitudo che inseguono, assieme a Tripucka - è nella foto. Nella quale si vede anche un settore di parterre vuoto, perché mi sembra di ricordare che non ci fosse poi la calca per la partita, né una particolare esaltazione. E sul web non ho trovato, in questi giorni, traccia della partita: non escludo che ci sia, ma con parole chiave che evidentemente mi sfuggono.
PS: l'anno prima, 1981, il Latte Sole era stato sponsor della selezione NBA che con Julius Erving (Doctor J) e Moses Malone, e per la prima volta Sugar Richardson, aveva giocato una memorabile partita al Palasport di San Siro (Milano) contro l'Olimpia, che per l'occasione presentava due nuovi giocatori, Dino Meneghin e Roberto Premier.

1400 ISCRITTI PER IL CANALE TELEGRAM DI BOLOGNABASKET
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI