D’altra parte bastava ricordare i padri fondatori, tipo Renato Carosone, e ricordare la differenza tra chi americano è e chi, invece, lo vuole fare. La Fortitudo di Legion si presenta in maniera sontuosa, schiantando una Treviso che al contrario dal lato oltreoceanico della questione ha ancora molto da aggiustare (Decosey solo pochi minuti, partendo dal 30’) e dominando in difesa ancor più che in attacco. Dove le cose si sono viste subito: Ruzzier guida, Legion rifinisce, e Montano ad attivarsi in caso di bisogno. Tutto il resto è una domenica di ordinaria tranquillità, non prevista nel divario – ribaltato anche e non poco lo scontro diretto, se servirà – e per quanto visto in campo. Almeno oggi.

Salutata la FIP con l’ennesimo striscione (che, da quel che ci dice la sezione confuciana di Bolognabasket, dovrebbe essere “FIPocriti” in cinese: la multa verrà pagata in Renmimbi?), a sbloccare la Fortitudo dopo l’inizio di alti e bassi – con Legion a ciccare i primi due tiri nei primi due possessi – ci pensano Ruzzier e Italiano. Il primo facendo girar la palla come centrifuga, il secondo ad indovinar i programmi della lavatrice infilando due triple per il 19-10. Poi qualche spiffero dietro, e 19-14 al 10’.

Ricordato il Lungo nell’anniversario della scomparsa, non è che ci sia materiale per spedire il video di questo secondo quarto nello spazio a testimonianza dell’estetica umana: Treviso non la mette mai, e a Bologna basta in attacco infilarla ogni tanto, senza nessun assillo nel dover a tutti i costi attivare il nuovo arrivato, per fare 30-21. Treviso in versione monoamericano non è che sappia che fare palla in mano, e quindi Bologna ha buon gioco a tenersi avanti, specie quando a Montano viene chiesto di agire e non di pensare, e quando Legion infila il 40-31 del 20’.

Più sciolta in attacco, e con Ruzzier che riesce perfino a far segnare Knox, la Fortitudo non ci mette nemmeno tanto a continuare l’opera di sevizie contro Treviso, ventellando (53-33) a metà quarto e mantenendo una pressione a metà campo che costringe i Pilla’s a ritenersi fortunati anche solo nel riuscire a buttare la palla verso il canestro. Così è tutta spianata, con massimo di 62-37 e trentesimo che arriva sul 62-40.

Appare in campo l’altro USA trevigiano Cosey, ma è solo semplice passerella, con Bologna a tenersi sempre abbondantemente sopra i venti, a far schiacciare Knox e a portarla in garage senza alcun rischio di scalfire la carrozzeria o danneggiare il paraurti. Qualche ormonale storia tesa tra Candi e Fantinelli, ma niente altro da segnalare se non lo scollinare del trentello, alla fine. Per la Fortitudo 3.0, come la si vuol chiamare, non poteva partir meglio.



(foto Roberto Serra)

PALADOZZA ESAURITO, NON SI APRIRANNO LE BIGLIETTERIE PER FORTITUDO - TREVISO
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE