Kobe Bryant, recente vincitore dell'Oscar con il cortometraggio "Dear Basketball", è intervistato da Mirco Melloni su La Stampa, parlando tra le altre cose di Marco Belinelli.
Ecco un estratto delle sue parole.

Sul nuovo incarico televisivo da conduttore di "Detail", trasmissione ESPN in cui si parlerà dei segreti del gioco. Unisco le mie grandi passioni: lo sport e i messaggi da trasmettere ai più giovani, perché svelerò i metodi per analizzare le partite. Anche così si può insegnare basket.

Voglia di tornare in campo? No, in campo ho dato tutto e grazie al cielo non ho l'ansia di tornare. Analizzerò i match NBA in tv ma a modo mio: non sarò un classico opinionista, come Shaquille O'Neal o Charles Barkley, non ho tutto quel tempo da passare in studio.

Il gran momento di Philadelphia e di Marco Belinelli: Non sono stupito, Marco è uno scienziato del gioco, è ciò che serviva accanto a Simmons e Embiid. È un grande momento per Philadelphia, grazie agli Eagles nel football e ai Sixers.

Come è cambiata la vita dopo l'Oscar? Guardo la statuetta ogni mattina per capire cosa ho fatto, ma è tutto ancora molto strano: quando dissi a Spielberg del mio passato lui era emozionato. Gli ho dovuto spiegare che il Bryant giocatore non esiste più e che il piacere era tutto mio.

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BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91