Settimana campale se ce n'è una, per la Fortitudo che esce dalla facilitata vittoria con Piacenza per entrare in una serie di giornate da cui potrebbe arrivare, domenica verso le ore 20, con molto del suo futuro delineato. In soldoni, al netto degli scontri diretti eccetera: se tra Mantova e Montegranaro uscisse un 2 su 2, la Fortitudo si porterebbe a 4 vittorie 4 di vantaggio dalla seconda in classifica. Ovvero, se non proprio momento per stappare lo champagne, almeno con l'obbligo di cercare il cavatappi. Se si perdesse con Mantova ma si vincesse con Montegranaro, ci sarebbero 3 vittorie 3 di vantaggio sulla seconda in classifica: non una sentenza ma quasi. Se si vincesse con Mantova ma se si perdesse con Montegranaro, allora il calcolo si sposterebbe sullo scontro diretto, portando il vantaggio a 2 vittorie in caso di conservazione dello scarto (all'andata fu +5) o solo una se finisse con scarto maggiore. Ultima possibilità: doppia sconfitta, allora anche qui calcolo: una sola vittoria di vantaggio se si conservasse il divario, addirittura sorpasso se Montegranaro facesse il botto del +6. Chiaro dunque che il peso specifico di domenica è leggermente superiore rispetto a quella di mercoledì, ma intanto è lapalissiano dire che sia meglio vincere che non perdere, o no?

Bologna arriva a questo doppio appuntamento dopo una partita di alti e bassi, contro Piacenza: gli alti dei titolari dominanti, i meno alti dei salenti dalla panchina che non hanno del tutto ucciso una partita che, comunque sia, per gli avversari sana non lo è mai stata. E ci arriva con il ricordo dell'altro recente infrasettimanale, ovvero quello a Udine. Dove si pagò la stanchezza, dove i tiri giusti vennero tutti ciccati, dove tre quarti di squadra sbagliò completamente la giornata (e, comunque sia, si arrivò ad un tiro dalla vittoria, o quasi). Tutte lezioni che dovranno essere ricordate dalla truppa, che in questi giorni dovrà evitare il rischio di alzare le mani dal manubrio sul rettilineo che dà all'arrivo prima, di arrivare all'arrivo. Cosa che un gruppo esperto dovrebbe evitare di fare, ma il problema sarà quello di tenere collegato cervello e muscoli: se capiterà, allora tutti tranquilli. Se capiterà.

Mantova, quindi. Inizio di stagione negativo, tentativo di aggiustamento in corsa andando a pescare Alex Finelli in panchina e mettendo in campo l’ex Udine Veideman in regia al posto di Warren. Gli Stings sono così riusciti a tenere una intermedia di una vinta e una persa, più o meno, che è significato uscire dai bassifondi (2-6 l’esordio) e finire in quel centro classifica dove è un attimo essere nei playoff e un attimo, invece, a rischiare il piano di sotto. Mantova soffre in trasferta (2-9), ma in casa non è che ci si scansi poi tanto: 7 vinte e 3 perse, con solo Imola, Treviso e Montegranaro a fare gol. Attenzione al lungo Morse (14+10), al già citato Veideman (16 e 4 assist), ai punti di Visconti, oltre al recente arrivo, in area, di Metreveli.

Come detto, allena Finelli, alla sua seconda volta contro la Fortitudo da quel giorno a Forlì: anche in questo caso si tratta di trasferta (anno scorso fu Orzinuovi), e mai Alex è potuto tornare al Paladozza. Vero che qualcuno potrebbe accusarlo di essersi macchiato del reato di firma successiva con la Virtus, ma una ovazione alzando un bicchiere di brindisi sarebbe buona e giusta, ricordando cosa fu quell’annata e come davvero tanti restarono con il Faraone solo per puro amore della Fortitudo e dei suoi colori.

(foto Fabio Pozzati - ebasket.it)

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