Volessimo fare un po’ di cabala, ci sarebbe di che non preoccuparsi se non magari nei panni di Sacchetti, dato che l’ultimo 0-2 di partenza in serie A fu nel 2002-03, e fu una stagione chiusa con una finale scudetto. Appunto, non nei panni del coach, dato che 18 anni fa a partire non bene fu un Boniciolli già esautorato dal sinedrio degli Abbronzati (cit. il suo libro) e tenuto solo in attesa di sconfitte tali da crear alibi per il siluro. Altrimenti, anche l’altro recente 0-2 non portò poi malaccio, dato che fu 5 anni fa, all’esordio in A2, con una gara in campo neutro, sempre con Boniciolli, e sempre con finale raggiunta, stavolta senza nemmeno il Jump the Bench e chiudendo con la stessa guida di inizio anno. Statistica pura, perché di fatto le due casistiche sono lontane sia nel tempo che nella tipologia delle squadre.

Si è riflettuto abbastanza, durante la settimana, anche solo per il fatto che due indizi non sono un colpevole ma almeno danno modo di pensare. E senza trovare colpevoli o aprire immediatamente l’elenco di procuratori o nomi di mercato per andare a tamponare, serve ricordare intanto che non si può pretendere da una panchina di esordienti o giù di lì di essere già pronti per la Divoscion, ma che almeno qualcosa in più lo si deve chiedere dai titolari. Tutti un bel po’ sottotono, forse a parte l’unico caso Fantinelli. Che però, chissà se tutto sommato non senta la mancanza di quel cervello aggiunto che era Leunen.

Poi c’è tutta la riflessione legata al pubblico e al non pubblico, nella seconda partita consecutiva alla Unipol Arena dopo l’oscura prestazione, sia in campo che fuori, di domenica scorsa. Lasciando a virologi e politologi le discussioni, e osservando come al netto di tutto anche questa settimana la società è rimasta per giorni e giorni impossibilitata ad organizzare prevendite o simili non sapendo né come né quanto mettere a disposizione. Ci sta, a questo punto, che non ci sia l’assalto ai forni per inevitabili e scomodi biglietti per una scomoda arena e una squadra che finora non ha meritato tanti applausi. Insomma, si sta come d’autunno sugli alberi le foglie, come diceva il Poeta (non Peppe).

Trento, quindi. Alla ricerca di una via di mezzo tra le finali scudetto di qualche tempo fa e alti e bassi più recenti, è alla sua seconda apparizione in casa Fortitudo almeno in tempo di serie A (altrimenti si torna alla B finelliana) con formazione rinnovata e rendimento che per ora ha detto doppio ko di campionato e doppio ok di coppa. Ritroveremo Toto Forray, antico nemico dei tempi delle finali con Forlì, che ormai a Trento ci ha messo radici e altro. O l’ex Virtus Kelvin Martin, mentre punti li offre l’esterno portoricano Browne, già avversario della stessa V nera nello scorso marzo, nella odissea che fu la sfida tra Bologna e il Darussafaka. Allena Nicola Brienza, confermato.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)


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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92