Tra i "luoghi del cuore" del basket bolognese c'è sicuramente il ristorante Mulino Bruciato di via Selva Pescarola, da anni ritrovo bipartisan tra giocatori, addetti ai lavori e appassionati, dalla serie A alle minors.
Su Stadio di oggi Marco Tarozzi ha raccontato la storia di un locale storico per Basket City, intervistando anche il proprietario - Luciano Andalò - figlio di Amato, storico custode del PalaDozza prima e della Unipol Arena poi.
Un estratto delle sue parole.

Ho comprato questo posto nel 1984, ristorante e abitazione al piano di sopra. Ricordo che il mediatore dell'affare fu il papà di Ivan Zazzaroni. Negli anni Novanta l'ho dato in gestione per qualche anno, quando ero andato ad aiutare papà alla Unipol Arena, ma per il resto è da sempre il mio porto, il mio mestiere, la mia vita. Qui si apre per cena e si tira avanti ino a notte inoltrata. Anche per questo, un po' alla volta, è diventato un luogo di ritrovo per i "baskettari". Io all'inizio a vedere le partite andavo anche poco, ero preso dal lavoro. Ma pian piano me li sono ritrovati tutti qui.

Il Mulino Bruciato è da sempre anche "main sponsor" di una squadra ai Playground dei Giardini Margherita. "Ho vinto anche un paio di edizioni. Nel 1995, con Andrea Castelli coach e German Scarone, Charlie Foiera ed Emiliano Neri in squadra, e ancora nel 2014, con la guida di Federico Sterpi. Oltre ad alcune inali perse per il rotto della cuia, come spesso succede ai Giardini, ed è la forza di quel torneo. E Simone Motola e Walter Bussolari, che l'hanno inventato, sono amici che siedono spesso ai miei tavoli"

"Un assiduo dei vecchi tempi era Dallas Comegys, che era diventato uno di famiglia. La Fortitudo di Scariolo arrivava al gran completo dopo ogni trasferta. Ne sono passati tanti, da queste parti. Ricordo la prima volta che entrò "Sugar" Richardson, un'emozione per chi ama la pallacanestro. Venne qualche volta, quando giocava nella Virtus, ma poi è tornato un anno fa, quando è tornato a Bologna per rivivere l'atmosfera di questa città che sa trattare i talenti del basket in modo speciale. È entrato e la prima cosa che mi ha detto è stata "sei proprio uguale a tuo babbo". Bellissimo.

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