Combattuti fra il dubbio e l'imbarazzo di dover scegliere da dove iniziare a raccontare un mese bizzarro, forse il più isterico fra quelli analizzati fin qui in questa recente rubrica, constatiamo intanto una Fortitudo, a maggio archiviato, ancora in corsa sul campo. Questa è la vera notizia oggettiva ed inconfutabile all’interno di trenta giorni schizofrenici, duranti i quali fra campo ed extra campo si è visto davvero di tutto.
Andando con ordine, si era toccato il fondo, in una pessima fase ad orologio, con la sconfitta interna contro Piacenza seguita da battibecco fra Valerio Cucci ed i tifosi biancoblù. Dibattendo fra le varie ragioni di uno o dell’altro e le polemiche nate sull’ennesimo fattaccio, ai primi del mese iniziano i primi massicci cambiamenti in vista di obiettivi improvvisamente mutati. Thornton, dopo i fatti di Torino, è il primo a salutare la truppa; farà posto ad Adrian Banks, convinto direttamente dalla proprietà a rivestire la canotta biancoblù. Nel giorno della presentazione arriva poi inaspettatamente (?!) l’esonero di Dalmonte. Un fulmine a ciel sereno, o forse no visto il tentativo fallito non meno di due mesi prima (con dura opposizione di Mr. Flats Service), ma che di fatto scombussola e divide l’ambiente. “Ultimo baluardo di fortitudinità” dirà la Fossa dei Leoni, ma tant’è.
Con queste premesse iniziano i play off, contro una Cento favorita non solo dal tabellone, ma forte di una stagione straordinaria. La Effe ci arriva però “leggera”, e dopo lo scivolone di gara uno, a far sbroccare pure il main sponsor contro una presidenza complice dello scellerato esonero di Dalmonte, ecco arrivare la “remontada” con tre vittorie, due simili fra gara due e tre quasi senza storia, ed un ultimo match sconsigliato ai deboli di cuore. La serie recente con Cremona riporta tutti coi piedi per terra, consegnando una squadra che se nata tonda difficilmente morirà quadrata, e che tornando al Paladozza proverà quantomeno ad allungare il più possibile la serie.
In mezzo le diatribe a distanza fra Muratori e Gentilini, col primo a mettere in piazza cifre e possibili compratori slegati a Flats Service, ed il secondo, invitato a posteriori a non mettere in piazza i malumori, ad evidenziare che fra i due non c’è “empatia”, ma che si sta lavorando. Di certo un punto di accordo andrà trovato, se davvero si vuole lasciare la Effe in mani “fortitudine”.

(foto di Fabio Pozzati)

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