E’ forse banale dire che Teodosic è stato preso per questo, ma così è. I campioni sono quelli capaci di risolvere le partite difficili, e ieri è andata esattamente così. Al 35’ la Virtus - cortissima vista la mancanza di due esterni (rotazione a 8 più 5’ discreti per Nikolic, mentre Delia non è entrato nemmeno ieri) - era affondata a -11, in una serata in cui il tiro non entrava, 4/21 da tre al 30’ e a rimbalzo offensivo i mobili lunghi avversari stavano banchettando. Stanchezza palese, e anche nervosismo, con tre tecnici presi e molti giocatori che si lamentavano con gli arbitri a ogni contatto non fischiato, cosa per la quale sono stati redarguiti da Djordjevic alla fine. Insomma, gli ingredienti per la sconfitta c’erano tutti.
E invece no: il #44 si è caricato la squadra sulla spalle, con i punti (13 nell’ultimo quarto), armando il braccio dei compagni, da Baldi Rossi a Markovic, e poi mettendo il tiro della vittoria a meno di un secondo dalla fine. Alla fine nell’ultimo quarto sono arrivate sei triple, e la vittoria è stata possibile anche perchè tutta la squadra è salita di colpi difensivamente, costringendo gli avversari a tiri difficili e a forzature. Alla fine, l’unico rebus insoluto è stato O’Brien (22 punti in 23’), che aveva segnato anche il canestro del pareggio prima del tiro di Teodosic.

Con questa vittoria, la Segafredo chiude il girone di andata in Eurocup al secondo posto, con lo stesso record di Patrasso: 4 vittorie e 1 sconfitta. La strada verso le top 16 sembra spianata. e nel girone di ritorno si cercherà il miglior piazzamento possibile.

Intanto però non bisogna trascurare i segnali visti ieri: stanchezza, nervosismo e a lungo polveri bagnate. Ieri la coperta era corta e certamente aiuteranno molto il rientro di Weems - ieri salutato dalla Curva - e Cournooh. Ma qualcosa da aggiustare sicuramente c’è, per il prosieguo di una stagione che non dà tregua.

(foto Virtus Pallacanestro

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