Vittoria doveva essere e vittoria è stata, per una Fortitudo che a Mantova ha giocato ieri 20’ sublimi nel primo tempo, per poi sfiatarsi nel secondo (45-25 prima, 24-35 dopo) per tanti motivi, anche soprattutto la mancanza di rotazioni canoniche e percentuali davvero non consone alle abitudini di questa squadra. Poteva essere una simil Udine e una simil Udine è stata davanti (68 furono, 69 sono stati), ma la differenza l’ha fatta la difesa, con Mantova che ci ha messo troppo tempo per capirci qualcosa e, quindi, provare a tornare a galla.

Tutti poco sopra la sufficienza, i giocatori, in una gara dove Leunen è sembrato opaco, dove Hasbrouck non l’avrebbe messa nella canonica brittiana vasca, ma dove alla fine, come detto, si è stretto dietro costringendo i Finelli’s a 20 perse. Basta e avanza, non dimenticando che comunque sia si è stati in vantaggio per 40 minuti 40, o giù di lì, contro una avversaria che in casa era fin qui sembrata discretamente pericolosa, e su un campo dove comunque non si era mai vinto dal ritorno in A2. Tutto in cavalleria, tutto dimenticato, e non serve dire molto altro dello ieri, dato che la testa deve andare, per forza di cose, ora che può farlo, a domenica.

In ginocchio da te - L’approccio difensivo è stato dei migliori, ed è stato utile in una gara di attacco non brillante.

Non son degno di te - Forse si sarebbe voluto evitare che 4 giocatori finissero a più di 30’ giocati, ma con Mancinelli fermo, Sgorbati scavigliato e con gli altri che non potevano uccidere gli avversari sarebbe stato difficile fare altrimenti.

(foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro Bologna)

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI