Doveva essere la più classica delle sconfitte: prima, temendo il tracollo viste le limitazioni del roster e gli allenamenti prepartita dove forse Dalmonte avrebbe accolto, per fare numero, anche eventuali viandanti (tamponati, sia chiaro) in coda all'Ikea. Poi, temendo la fine della favola della resistenza contro lo squadrone, e poteva anche finire così se Stone avesse superato a 4" dalla fine. Invece nulla ha scalfito la giornatona Fortitudo, che chissà ora cosa andrà a dire in questa continua ricerca di sostituti a chi c'è già. Perchè la giornata di ieri ha dimostrato che, in certi limiti, chi c'è non è poi uno scappato di casa, e che con debite gerarchie, senza doppioni e piedi pestati, e con responsabilità ben divise, si può battere pure Venezia giocando in 8 e mezzo. Con Mancinelli riesumato (le voci della vigilia lo davano a roster solo per far numero) e Fantinelli azzoppato a mezza via.

Totè doveva essere già everywhere but here, e ora gioca meglio di Happ. Palumbo il classico soggetto smarrito, e ieri 8+8 con gran difesa. Sabatini, ritenuto inidoneo fin dall'inizio, che butta la garra oltre l'ostacolo e mette tripla vittoria (ok, ha pure ciccato tre liberi, ma non doveva essere lui a prendere la palla nel momento dei falli sistematici). Tutta gente che non ci sarebbe dovuta essere, e che forse ora alzerà il ditino per far capire che, in altra situazione rispetto a quella di anche 20 giorni fa, loro non sono proprio gli ultimi arrivati. E Banks, altro oggetto misterioso: dandogli indicazioni precise, e senza il tagliafuori di troppi compagni, ha fatto quello che gli veniva chiesto di fare. D'altronde, non è detto che le pizze migliori siano quelle con 20 ingredienti sopra. Per una volta, insomma, i presenti hanno avuto più ragione degli assenti, e sarà contento Dalmonte di avere ora anche più dubbi su chi potare, dato che comunque sono troppi e non si potrà ringraziare e salutare chi ieri era rotto solo perchè i panchinari e partenti hanno fatto figurone. Però, ieri la partita ha detto due cose: intanto, che con testa, voglia e giocatori giusti questa squadra non è da retrocessione, anzi. E che l'addizione tramite sottrazione ha funzionato eccome.

La Fortitudo è una regola - Totè, Palumbo, Sabatini. ricordiamoceli, gli eroi che fecero l'impresa e che non ci dovevano essere. E Banks, come detto. E magari anche Dalmonte: non tornando sul discorso Sacchetti, dove forse è chiaro che la crisi di rigetto era stata reciproca, ora la truppa difende e si sbatte. E se non fosse stato per i 10' con Reggio, sarebbe imbattuta, in campionato.

Ci stiamo sbagliando ragazzi - Detto che i sottotono sono stati Fletcher e Hunt, non è che ci fossimo sbagliati tutti noi, a dare per incapaci soggetti che forse andavano solo mischiati meglio?

(FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO)

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92