Sembra quasi il dover ripetere sempre la stessa storia, ma se poi il finale non cambia allora viva il replay, viva il remake, viva il vintage e il continuo raccontare una trama che non cambia quasi mai. La Fortitudo vince in casa contro Pistoia come successo mille e mille altre volte: girando attorno alla preda, a volte dando l’impressione di non capire bene dove andare a sbattere la testa, e infine trovando nelle battute finali l’ondata giusta per vincerla e per arrivare poi al 40’ senza nemmeno dover chiedere particolari sforzi ai pacemakers e dando lavoro quindi ai cardiologi. Non la migliore Effe possibile, con l’attacco a volte svuotato e la difesa sempre un po’ affaticata sulla prima linea, che se non recupera il pallone (13 comunque al 40’) pare sempre sbilanciata. E allora, a cambiare l’inerzia ecco un tiro da 4 del precedentemente confuso Stipcevic, che fa pareggio al 32’ e gira tutto quello che c’era da girare. Poi, un fallo tecnico contro la panchina bolognese che Pistoia sfrutta zero e che appesantisce ancora di più la scimmia addosso agli ospiti. Di riflesso, quindi, rendendo il resto della gara un accompagnamento in garage per la macchina vincente. Che è quella biancoblu.

Per il resto, è parso che il dover inserire Sims in una gara senza il play aggiunto Leunen abbia confuso un po’ le idee d’attacco a Bologna, che a lungo è andata alla ricerca del suo lungo sbilanciando un po’ le precedenti gerarchie nelle scelte offensive. E’ servito quindi prendere le misure, e con il tempo le cose sono andate bene, con il 27-17 dell’ultimo quarto che racconta, appunto, la lunga scalata ad una miglior qualità della propria pallacanestro. Basta e avanza, in attesa di una nuova casalinga, domenica prossima, contro Brescia.


Grande, grande, grande - Un plauso a Stephens, che chissà dove sarà domani ma non ha sicuramente giocato al risparmio. L’impatto di Sims e la buona voglia di Robertson nel trovare triple quando c’era bisogno di alternative al gioco in area. La solita, abituale, scossa tellurica quando c’è bisogno di una scossa.

Parole, parole, parole - Serve maggiore continuità e forse qualità, ma è anche vero – come detto a fine gara da Martino – che l’andirivieni di lunghi non aiuta a trovare punti di riferimento. Arriveranno.

(foto Valentino Orsini - Fortitudo)

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