Se spareggio era, la Virtus non poteva approcciarlo nel modo peggiore. Drammatico 29-13 nel primo quarto, poi la rimonta culminata nel vantaggio nel terzo quarto (45-47), ma da lì in poi è stata di nuovo notte fonda. Alla fine ci sono stati 89 punti subiti, peraltro da quello che era il peggior attacco del campionato. Banks e Moraschini dominanti, difesa bianconera davvero rivedibile salvo brevi sprazzi e l'ormai solito deficit a rimbalzo: 40-32, con l'agile John Brown (20+10) che sotto ha fatto il vuoto contro avversari molto più alti di lui.

Il tutto si può tradurre in una parola: intensità. Brindisi - senza play titolare e reduce da tre sconfitte in fila - l'ha messa sul campo, la Virtus no. E senza intensità in trasferta non si vince mai. Arrivati a dicembre inoltrato è una lezione che la Segafredo dovrebbe aver capito, e invece non è così. Certo, il calendario zeppo di trasferte non ha aiutato, ma fatto sta che per i bianconeri è la quinta sconfitta nelle ultime sei partite, con anche un bel passo indietro dal punto di vista del gioco. Bisognerà tenere duro nell'attesa del ritorno di Martin, certo, ma intanto la strada per le Final Eight si è complicata. In attesa degli altri risultati della giornata, Brindisi ha superato i bianconeri e in caso di arrivo in parità alla 15° giornata avrà lo scontro diretto a favore.

Ora finalmente si torna a giocare in casa, per modo di dire almeno, dato che i bianconeri giocheranno la sera di Natale alla Unipol Arena, impianto totalmente nuovo per i giocatori. Se si vuole andare a Firenze - e la proprietà ha fatto capire chiaramente di volerci andare - di sicuro bisognerà vincere a ogni costo contro Reggio e Brescia, e poi piazzare almeno un colpo esterno tra Trento e Varese. La Virtus il talento per farlo ce l'avrebbe, ma l'ultimo periodo sta dimostrando che il talento non è tutto: serve anche altro, e bisogna assolutamente ritrovarsi.

(foto Virtus Pallacanestro)

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