Le luci ad intermittenza vanno bene sugli alberi di Natale, non certo in campo. E allora non serve accendersi nel secondo quarto e poco altro, alla Virtus, per andare a far saltare il campo una Brindisi orfana del play titolare Clark ma con abbastanza dagli altri per portarla in porto. E’ una Bologna scoordinata, che in attacco ben di rado riesce a trovare continuità e garanzie, e che dietro soffre sia nella prima linea che in area. Sacripanti può essere soddisfatto di come la sua squadra non abbia staccato mentalmente dopo essere finita a -17 al 12’ e -16 al 35’, ma si deve anche chiedere come mai, la Virtus, in queste Marianne ci si sia infilata.

Si parte subito di rincorsa, con un attacco sfilacciato e precario dove non c’è una azione con un briciolo di logica e giro di palla, e conseguente messe di rimbalzi altrui che porta a contropiedi e facili cesti. Così, dopo un effimero -1 (7-8), Brindisi straripa in poche azioni, limitandosi ad aspettare l’errore offensivo bolognese e andando poi, in attacco, a segnare se non sempre quasi. La sirena del 10’ arriva come un salvifico gong, sul 29-13, con 6/20 al tiro (contro 10/15) e valutazione, irriverente, di 5 a 44.

Annegata fino al -17, Bologna si riprende grazie alla maggiore concretezza offensiva di Cournooh, alla difesa allungata e alle scommesse vinte lasciando tirare le mani freddissime di Gaffney: Brindisi perde fiducia, e viene confezionato un parzialone di 20-4 che rimette molte cose a posto. Aradori sigla la tripla del -1, poi la replica pugliese (7-0) viene rintuzzata da M’Baye e Punter, per un -3 al 20’ (40-43) che, viste le premesse, male non è.

Sembra esserci margine, con l’inerzia del secondo quarto che non pare evaporata durante l’intervallo: arriva il sorpasso (47-45), ma di nuovo si collassa, dietro, dove Banks ha un passo che nessuno riesce anche solo ad ostacolare. Così, la parità conquistata viene scalciata via, con Brindisi che torna ad essere padrona su buona parte del campo, con una maggiore concretezza collettiva e quello che serve, quindi, per tornare in doppia cifra di scarto. 68-56 al 30’.

Due zampate dell’altrimenti statico Qvale illudono che il quarto periodo possa essere come il secondo, ma la continua impossibilità di reggere le scorribande di Banks e Brown non permette alla Virtus ulteriori avvistamenti della barca, ormai in fuga, pugliese. C’è un po’ di spavento per una violenta zuccata fortuita tra Taylor e Brown, con il secondo ad avere la peggio e uscire dal campo, ma nemmeno il ko del centro brindisino aiuta la Virtus al recupero. Si torna a -16 (66-82), poi gli assalti di Kravic illudono di poter riacciuffare l’inacciuffabile. C’è un imprevisto break, con Brindisi che non si accorge di dover tornare a giocare, ma il gol del possibile -3 dopo l’ennesimo recupero difensivo viene sprecato da Pajola. E allora, brinda Brindisi.


HAPPY CASA BRINDISI – SEGAFREDO BOLOGNA 89-81
(29-13, 43-40, 68-56)

Brindisi - Brown 20 (6/8, 7/10, -), Banks 27 (4/4, 7/12, 3/4), Rush 6 (-, 3/4, 0/1), Gaffney 7 (-, 2/2, 1/4), Zanelli 2 (-, 1/1, 0/1), Guido NE, Marzo NE, Moraschini 14 (3/4, 4/5, 1/5), Cazzolato NE, Wojciechowski 2 (-, 1/1, 0/1), Chappell 11 (1/2, 5/7, 0/4), Taddeo NE.

Virtus - Punter 15 (2/2, 5/9 1/8), Pajola (-, -, 0/1), Taylor 14 (5/6, 3/4, 1/2), Baldi Rossi 5 (-, 1/2, 1/3), Cappelletti, Kravic 12 (-, 6/9, -), Aradori 9 (-, 3/9, 1/4), Berti NE, M’Baye 9 (-, 3/9, 1/4), Cournooh 9 (2/2, 2/4, 1/1), Qvale 8 (-, 4/6, -).

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI