Tre quarti ad inseguire anche con stile, poi a correre dietro chi va più forte di te è normale che arrivi fiatone e inevitabile sconfitta, per una Fortitudo limitata (out Mancinelli-Fantinelli-Procida, mentre comunque Groselle o ad ogni modo uno straniero sarebbe dovuto comunque appoggiarsi in parterre) contro una Brindisi a sua volta incompleta (out Gaspardo e, ultimora, Chapell per Covid). Essere belli ma leggeri porta Bologna ad una gara anche bella da vedere, e di certo più incoraggiante di Cremona, per dire. Però, con limiti difensivi fin troppo palesati dalle buone percentuali brindisine, ne escono applausi ma anche l’altrui centello.

Torna il pubblico al 60%, obbligo di mascherine che evidentemente nelle curve del Palapentassuglia non è tale, e si parte con una Fortitudo che spreca fin troppo in avvicinamento, e che se la sfanga finchè Brindisi non prende le misure, perché poi tra attacchi sbilenchi e difese telepass è 11-0 di break. Dopo 5’ via libera a Durham, che battezza al meglio (assist da terra per tripla di Benzing) il suo esordio: con lui si migliora davanti, ma dietro rimangono buchi di ogni genere (14-25). Potrebbe finire peggio, ma Totè si fa sempre trovare, Durham teleguida gente conosciuta 24 ore fa, 24-28 al 10’.

L’ex Amburgo fa tutto bene tranne i liberi, e se i depositari dei suoi passaggi avessero mira potrebbe arrivare in doppia cifra di assist già a metà secondo quarto. Si segna, ma quando se ne beccano 3 ogni 2 fatti è dura star dietro, così dopo aver ciccato la tripla del sorpasso si ritorna in un amen a -10. Benzing fa gli straordinari per tenere alti i ritmi di produzione, ma Brindisi da 3 è pressochè perfetta e indisturbata (ne mette già 10 in 17’) per cui essere al 20’ sotto solo per 55-47 pare già tanta roba.

In una gara senza difese ci sono giocatori che si divertono da un lato soffrendo dall’altro, e per la Fortitudo è un attimo passare da quasi impatti a nuove doppie cifre di divario, gettando pepite in lunetta e restando scoperta sia dall’arco che in area. Prova a metterci qualcosa Totè, che se fatica nel corpo a corpo è meglio quando, da libero, deve andare a coprire i buchi degli esterni: funzionicchia, mentre finalmente viene infilato qualche tiro dalla lunetta ed è 72-79 al 30’.

A chiuderla è Zanelli, che fa sempre canestro sfruttando le mancanze nelle rotazioni difensive bolognesi, e sfiorato il -20 a 5 minuti dalla fine ci sarebbe il rischio dell’affondare. Però almeno in attacco la Fortitudo continua a trovare buoni punti, e ci si limita nel divario per i tanti fatti davanti ai tantissimi imbarcati. Poteva andare meglio, poteva andare peggio, chissà.

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92